La prima conferenza del croato in amaranto è sorprendente, non ha peli sulla lingua. Simpatico, deciso,Tonci Kukoc ha carattere da vendere: «il tranfer non arrivava, è stata dura stare per 4 mesi in tribuna. Adesso sono sereno. Voglio la Serie A con la maglia amaranto, il gruppo è unito, e sono convinto che possiamo farcela: io gioco per il logo davanti, non per il nome dietro».
Sulla gara di Cesena: «posso fare 100 volte di più, non sono ancora al meglio della condizione. Nel primo quarto d’ora Ragusa mi ha messo in difficoltà, poi gli ho preso le misure ed è stato spostato dall’altra parte. Il palo? Lo avete visto tutti, voleva crossare, ma se avesse segnato, avreste detto: “Che scarso Kukoc”». Sulla sua persona: «di me tutti parlano del mio carattere, ma io non ho mai avuto problemi con nessuno. Solo con uno: Ivo Iaconi – suo allenatore al Brescia – si crede Guardiola e invece non capisce niente di calcio.
Quest’estate mi hanno cercato lo Stoccarda e il Bologna, ma in Croazia gira la voce che sono un casinista e quindi alla fine non mi hanno preso. Il Livorno ha creduto in me ed io saprò ripagare la società della fiducia accordata». Sulla sua posizione in campo: «Sia nel Brescia che nel Cska Sofia giocavo da esterno sinistro nel 3-5-2. Nella difesa a 4 posso fare il terzino, anche se non è la mia posizione naturale». Sull’Avellino: «Ce lo mangiamo senza problemi, siamo nettamente superiori». E poi ancora: «Se vai in Croazia e parli del Livorno, tutti lo conoscono. Se invece parli dell’Avellino, nessuno sa che ….. è».
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