9 ore di immersioni, 15 operatori appartenenti alle componenti subacquee di Guardia costiera, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza, alternatisi nel complesso intervento, 3 mezzi nautici impiegati in appoggio per tutta la durata delle operazioni. Questi i dati salienti dell’attività di recupero di una grossa rete da posta lunga oltre 100 metri, giacente sui fondali di Calafuria. La prima segnalazione era giunta alla Capitaneria di porto labronica tramite il numero blu di emergenza 1530 la mattina del 23 giugno scorso, quando un subacqueo locale avvisava della presenza di una grossa rete abbandonata sul fondo, nelle acque antistanti Calafuria.
L’attrezzo, essendo ancora teso, si presentava in posizione di armamento e continuava a catturare pesci e altre specie marine, oltre a risultare pericoloso per la sicurezza delle attività subacquee. Nel mese di agosto, a margine di un’attività di vigilanza ambientale presso l’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria, organizzata dalla Direzione marittima di Livorno, i sommozzatori del V Nucleo Subacquei Guardia costiera di Genova avevano svolto un primo sopralluogo sul sito di interesse, individuando la posizione esatta della rete da posta – giacente lì probabilmente da 2 o 3 anni – ed eseguendo alcuni rilievi videofotografici.
Nell’occasione era stata notata la presenza di rametti di corallo cresciuti nonostante la profondità relativamente scarsa, tra i 30 e i 40 metri, che rischiavano di rimanere soffocati. Si è deciso quindi di intervenire, trattandosi di una zona di particolare pregio, meta privilegiata per le immersioni dei subacquei locali e non solo, frequentatissima dai diving club. Il 30 settembre si è tenuto un tavolo tecnico in Capitaneria di porto a Livorno, con la partecipazione di rappresentanti delle componenti subacquee della Guardia costiera, dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza, nonché dell’ARPAT e della ditta Labromare, che ha fornito la propria disponibilità a titolo gratuito per le operazioni di smaltimento degli attrezzi da pesca recuperati, classificati come rifiuti speciali, attesa l’impossibilità di risalire al proprietario.
La direzione dell’intervento è stata affidata ai sommozzatori del V Nucleo Guardia costiera di Genova. L’attività, eseguita con precisione certosina, si è conclusa con pieno successo. È stato così possibile preservare il prezioso corallo rosso, vero fiore all’occhiello del litorale di Calafuria.
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