C’è soddisfazione tra gli ambientalisti per il piano di mobilità sostenibile proposto dai comuni di Livorno e Pisa: “Nelle ultime settimane vi è stato un salto di qualità nelle proposte per una mobilità ferro-tranviaria nell’area pisano-livornese – si legge in una nota a firma dell’Associazione ambientalista ‘La Città Ecologica Aps’ – Il Piano della mobilità sostenibile del Comune di Livorno prevede/propone un percorso tranviario che, a partire da una linea urbana, la colleghi a Pisa correndo parallela alla linea ferroviaria. Il Comune di Pisa propone di estenderne il percorso fino a Pisa San Rossore (in prospettiva a Lucca), e ipotizza una nuova linee ferroviaria veloce con Firenze passando da Ospedaletto, con conseguente possibile uso tranviario dell’attuale linea fino a Pontedera.
Intanto il progetto per la linea dalla Stazione Centrale all’Ospedale di Cisanello è al vaglio del Ministero dei Trasporti per il finanziamento e già si ipotizza la realizzazione di una sua derivazione verso l’area di San Cataldo.
Sono tutti passi avanti nella direzione giusta, la direzione che gli ambientalisti propongono, finora inascoltati, da vent’anni: il tram-treno urbano e d’area vasta come unico mezzo di trasporto in grado di portare alla necessaria drastica riduzione del traffico veicolare privato.
Sono progetti che permetterebbero all’area costiera di recuperare il ritardo rispetto all’area fiorentina dove il successo delle linee tranviarie già costruite è sotto gli occhi di tutti, con benefici per ambiente, cittadini e imprese.
La Città ecologica – prosegue la nota – ritiene necessario che tutte le linee di area vasta ipotizzate (per Livorno, Pisa, Lucca, Pontedera, aggiungiamo noi per Viareggio e Collesalvetti) siano con cadenze e distanze tra le fermate di tipo tranviario e quindi con tecnologia di tram-treno.
La Città ecologica ritene che, a questo punto, sia opportuno promuovere formalmente, una iniziativa verso i comuni dell’Area Vasta (Livorno, Pisa, Pontedera/Cascina, Lucca, Viareggio, Collesalvetti), per chiarire in primo luogo chi è interessato a richiedere le risorse che potrebbero arrivare per trasferire traffico dall’auto al ferro. Realizzata una Associazione tra i Comuni che aderiscono, le amministrazioni dovrebbero conferire un incarico di progettazione per un piano di realizzazioni ferro-tranviarie di Area Vasta e al tempo stesso definire la successione dei lotti. Solo la definizione di un quadro complessivo di ampio respiro che individui obbiettivi di significativa riduzione del traffico automobilistico a 20/30 anni può dare consistenza e spessore alle progettazioni delle singole amministrazioni e sicuramente ne rende più facile la approvazione a livello ministeriale.
Contestualmente – continua la nota – l’Associazione dei Comuni promotori dovrebbe aprire un confronto con RFI che gestisce la rete ferroviaria italiana per i problemi relativi al tram-treno, modalità di trasporto che vanta numerose esperienza in Europa ma è relativamente nuova in Italia.
Dopo gli opportuni incontri e intese con i Comuni limitrofi, si può arrivare a bandire e aggiudicare un incarico di progettazione per tutta l’Area, in 9/12 mesi e si può avere il Piano complessivo da sottoporre all’attenzione dei cittadini in altri 12/15 mesi. A quel punto si può aprire la discussione con tutti i soggetti economici, sindacali, politici, associativi per arrivare poi alla approvazione definitiva e all’invio al Ministero dei progetti per uno o due lotti. Un percorso di medio termine e non semplice che i cittadini e le imprese ricompenseranno abbondantemente per i benifici che produrrà – conclude la nota –“.
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