Adesso è più che ufficiale. Qualità, esperienza e senso di responsabilità. Sono questi i fattori che portano Francesco Neri e Giacomo Rossi sul campo dell’Armando Picchi. Livornesi con la maglia amaranto. Non tutti hanno il privilegio di giocare per la squadra della propria città. Non sarà semplice, ma questi due ragazzi sono pronti a scrivere il capitolo calcistico più importante della loro carriera. Ed è partita proprio dalla loro carta di identità l’introduzione del direttore sportivo Marco Braccini: “Neri è nato a Livorno nel 1996. Per lui questo sarà un anno importante. Può davvero consacrarsi dopo 10 anni trascorsi con la maglia dell’Armando Picchi. Rossi invece è nato nel 1988, sempre a Livorno, ed ha un’esperienza differente da Francesco. Entrambi però hanno un senso di appartenenza molto grande e sanno che arrivano in un gruppo importante dove ci saranno altrettanti giocatori fondamentali. L’io dovrà essere sostituito dal noi”
Francesco Neri, dopo 10 anni al Picchi, si ritrova a vestire la maglia amaranto. Soltanto 10 mesi fa segnava in Coppa Italia proprio sotto la Curva Nord. Adesso quella curva sarà la destinazione della sua esultanza dopo ogni rete sul prato dell’Ardenza. “Prima di tutto voglio ringraziare Marco Braccini per questa possibilità. 10 anni al Picchi mi hanno segnato. Sono entrato nello spogliatoio quando ero il più piccolo e ne sono uscito da capitano. L’ultimo anno per me è stato il migliore. Sono cresciuto dentro e fuori dal campo. Quando sentivo le voci del mio trasferimento qui ero davvero emozionato. Ho una grande voglia di iniziare a giocare e segnare sotto la Nord, spero di esultare tante volte. Punto di arrivo? Essere livornesi ed indossare questa maglia è un punto di arrivo. È un po’ come arrivare sulla cima di una montagna. Adesso però devo essere bravo a restarci, su questa cima”.
Gruppo, vittoria e sogno. Il discorso con il quale si è presentato in amaranto Giacomo Rossi poggia su queste solide fondamenta. L’emozione c’è, la voglia di scendere in campo anche. “Anche io mi sento di ringraziare Braccini per avermi portato qui. La Pro Livorno è stata la mia casa per molti anni, mi spiace che il viaggio sia terminato con uno scivolone. Io non conosco la ricetta per vincere ogni partita, ma so che una cosa è fondamentale per toglierci delle grandi soddisfazioni: il gruppo. Voglio vincere più partite possibile, per la città e per la squadra. Nelle nostre realtà precedenti, io e Francesco eravamo punti di riferimento per la rosa. Qui le cose cambiano. Se il nome sulla maglia è quello del Livorno non possiamo permetterci di sbagliare e non possiamo aggrapparci ai singoli. Per una causa così grande servirà il gruppo. Questa per me è stata un’estate particolare. Desideravo moltissimo essere qui e ho dovuto avere pazienza. Giocare con Luci, Russo, Vantaggiato e Torromino, se rimarranno, sarà un orgoglio per me, erano giocatori che vedevo in televisione. Sono soddisfatto. Non ho avuto un percorso da professionista e mi sono guadagnato ogni tappa della mia carriera”. L’io che vince sul noi. Il gruppo, la voglia di vincere e l’emozione. Insomma, il Livorno riparte e vuole farlo al massimo.
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