Il Comando Provinciale della GdF di Livorno ha concluso un’indagine di polizia giudiziaria a carico di un uomo ed una donna, conviventi, ritenuti responsabili di falso documentale e truffa aggravata ai danni della Casalp, ente che gestisce gli alloggi di edilizia popolare. Le indagini hanno consentito di accertare una serie di artefizi compiuti da una coppia livornese, per mantenere indebitamente il possesso di un alloggio popolare di 3,5 vani ubicato a Livorno.
In particolare, è emerso che l’uomo, cinquantenne, già dai primi anni 2000, occupava abusivamente tale alloggio, corrispondendo un canone di 87 euro mensili, senza aver ottenuto l’autorizzazione al subentro dopo il decesso della nonna, all’epoca legittima assegnataria dell’appartamento. Tale occupazione è proseguita anche in presenza di un’ordinanza di sgombero del Comune di Livorno. Tra l’altro, il medesimo soggetto, nel 2012, riceveva, in successione testamentaria, da un terzo, l’appartamento privato adiacente (già alloggio popolare, acquisito in proprietà, con diritto di prelazione, dal defunto assegnatario).
Conseguentemente, allo scopo di non “attirare” ulteriormente l’attenzione da parte delle Autorità, l’uomo simulava, nel 2013, la donazione dell’immobile di cui era divenuto proprietario a favore della compagna, formalmente non assegnataria di alcun alloggio popolare. Successivamente, la coppia convivente effettuava lavori di ristrutturazione, accorpando, mediante un’apertura in un muro confinante, l’alloggio popolare con l’attiguo appartamento privato, così realizzando un’unica, spaziosa abitazione, composta da sette vani. In tale contesto, la coppia, peraltro, faceva realizzare una recinzione sul marciapiede pubblico, occupando buona parte del suolo prospicente l’abitazione stessa.
I conviventi hanno continuato a fruire del citato alloggio popolare corrispondendo un canone assai esiguo, pur avendo conseguito, ad esempio nel 2013, un reddito congiunto di oltre 41 mila euro. A seguito degli elementi di prova raccolti, anche mediante l’esecuzione di una perquisizione domiciliare presso le due abitazioni accorpate, l’Autorità Giudiziaria ha concluso le indagini chiedendo il giudizio immediato innanzi al Tribunale di Livorno. Per i presunti abusi edilizi, invece, d’intesa con la medesima Autorità Giudiziaria, è stata interessata la Polizia Municipale, per le attività di competenza.
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