Sette livornesi coivolti nella maxi operazione antidroga. Uno è un tifosissimo della squadra Amaranto. In codice “un abbonamento” poteva valere 50 grammi di hashish, 1 biglietto 15 grammi. E il suo “ci troviamo allo stadio” significava un luogo preciso (non l’Armando PIcchi) dove consegnare le dosi. Lui è Claudio Bruselli, 45 anni livornese: è proprio l’uomo, arrestato nei giorni scorsi insieme alla compagna, la 35enne, Cristina Lombardi, a dare il nome (“Tribuna coperta”) a una delle più importanti operazioni anti-droga messe a punto dal secondo nucleo operativo della guardia di finanza di Livorno con 17 persone, di cui sette livornesi finiti in carcere per spaccio, 27 denunciati, 18 chili tra cocaina e hashish sequestrati e oltre a 7mila euro in contanti. Il tutto in sei mesi. Da novembre ad oggi.
Un duro colpo allo spaccio di droga in città, tra pusher, fornitori e consumatori: tra i destinatari, ci sono spesso adolescenti che fanno uso di sostanze all’insaputa della famiglia.
Da Shangai al centro, passando per gli scali D’Azeglio fino a Stagno e Salviano: si parla di un giro di spaccio di 7,8 chili di sostanza al mese. La maxi inchiesta è frutto di perquisizioni, analisi dei tabulati, intercettazioni, pedinamenti.
I luoghi dello spaccio: via Grande zona “rossa” per l’hashish. ma anche via Magenta dove sono stati rinvenuti 6 chili di hashish in alcuni borsoni nascosti dietro una stampante, in uno scantinato; e ancora alle cantine sugli Scali Novi Lena per arrivare alla periferia, in via Bixio dove tutta l’indagine è cominciata, a novembre. Qui avveniva lo stoccaggio della merce.
Ecco i nomi degli arrestati. Nel gruppo dei livornesi arrestati, ci sono lo zio settantenne Guglielmo Genchi e il nipote Luca Genchi, 30 anni. E ancora Simone Stoppa 35 anni, Gabriele Ceccarini, 32 anni, il tifosissimo del Livorno Claudio Bruselli di 45 anni, la compagna Cristina Lombardi, 35 anni, Yari Tinti 22 anni.
Tra gli albanesi i due fratelli Florjan e Nejan Dervishi di 30 e 24 anni; il gruppo dei pusher tunisini, tutti di età compresa tra i 25 e i 30 anni, sono i fratelli Meher e Majed Tebini e Fede Behamini (alias Monceff). I magrebini finiti in manette sono il 40enne Mohydine Khaboud, zio di Said Zaidi e Amin Redouan che hanno dai 25 ai 30 anni. Due dei 17 arrestati sono già stati rilasciati e attualmente risultano solo denunciati in stato di libertà.
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