Scagionato dopo due sentenze d’appello il livornese Claudio Rovini. Un suo dipendente, nel 2016 era stato investito in porto da un carrello elevatore. Il carrellista ha patteggiato in primo grado.
Dopo otto anni è stato assolto dal reato di omicidio colposo. La corte d’appello di Firenze, a seguito del rinvio stabilito dalla Cassazione, ha scagionato l’imprenditore livornese Claudio Rovini, titolare della Tcr, la Trasporti Claudio Rovini.
Il sessantanovenne è stato condannato due volte e infine assolto, dopo un incidente sul lavoro avvenuto in porto il 21 luglio del 2016 nel piazzale di stoccaggio di prodotti forestali presso il “Terminal Neri” alla radice della calata Pisa. Un suo dipendente, il sessantenne Mauro Filippi, morì sul colpo durante le operazioni di carico di legacci di cellulosa. La vittima venne centrato in pieno dal carrello elevatore manovrato da Ettore Chini, dipendente del Terminal, che nell’ambito dello stesso procedimento penale negli anni scorsi ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa). La vittima aveva una moglie e due figli.
Secondo la procura, Rovini, non avendo ultimato il corso di formazione obbligatoria antinfortunistica per Filippi, avrebbe avuto una responsabilità penale di omicidio colposo. Sia in primo che in secondo grado, l’imprenditore di trasporti, era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, ma la Cassazione ha poi ribaltato il giudizio, con la motivazione che nelle precedenti udienze non è stato chiarito se l’incidente, imprevisto e imprevedibile secondo la difesa, si sarebbe ugualmente verificato al di là di ogni possibile nozione che avrebbe potuto dare un corso di formazione antinfortunistico. A suo favore anche la perizia del consulente della procura che aveva rilevato l’assenza di visibilità da parte del carrellista; nel raggiungere il camion del Filippi, infatti il Chini stava procedendo a marcia avanti con il legaccio di cellulosa tra le pinze che gli copriva la visuale.
in foto: immagine di repertorio
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