Ancora una volta il portiere di proprietà Juventus non si è presentato al Centro Coni di Tirrenia. I medici lo hanno giudicato ancora non abile arruolato a svolgere gli allenamenti, ed hanno emesso un ulteriore certificato di proroga ai 10 giorni (tre del pronto soccorso di Cisanello e poi altri sette dal medico curante), rilasciato per un disturbo oculare, causato da un colpo subìto dopo una presunta aggressione, avvenuta a Tirrenia la notte del 20 maggio, nel post gara Livorno Lanciano.
Il portiere Carlo Pinsoglio era atteso nel pomeriggio al Centro Coni per riprendere la preparazione, in attesa della sentenza definitiva di questo mercoledì 1 giugno, che dovrà decidere se sarà il Lanciano o il Livorno a disputare i play out contro la Salernitana.
Invece il portiere di proprietà della Juventus ha fatto recapitare alla società amaranto un altro certificato medico con prognosi di altri cinque giorni di convalescenza, e quindi esclude ogni sua possibilità di impiego nell’eventuale spareggio. Qualora gli amaranto dovessero disputare le gare play out, con Ricci squalificato, l’unico impiego possibile nel mach di andata sarebbe quello del giovanissimo portiere della “Pimavera” Romboli.
In città c’è trepidazione per la sentenza definitiva nei confronti del Lanciano, c’è chi per scaramanzia non parla e non vuol sentir parlare della squadra, c’è invece chi si affida ancora una volta alla madonna di Montenero. Nella mattinata di questo mercoledi un gruppo di tifosi amaranto si è dato appuntamento ancora una volta in piazza delle Carrozze, per poi imbattersi lungo la salita di via di Montenero, fino a raggiungere la vetta del Santuario.
“Ma chiedere la grazia non è caratteristica del popolo livornese” – ci dice Armando, signore di una certa età, tifoso del Livorno da sempre – Nessuno ha mai regalato niente al popolo amaranto, e ho scommesso che anche questa volta la sentenza non ci aiuterà. Ma d’altronde è giusto così, perchè solo il risultato del campo è quello che dobbiamo prendere in considerazione, il resto non conta niente; comunque, sarei ben felice di perdere la scommessa, e in ogni caso ‘Forza Livorno Sempre’!!! In qualsiasi categoria”.
Andrea invece negoziante di mezza età ci racconta le proprie sensazioni: “Non stiamo attraversando un buon periodo, la ferita subìta venerdi 20 maggio all’Ardenza è ancora aperta, il morale e lo stato d’animo della tifoseria labronica sono al minimo storico da 17 anni a questa parte. Le scene della gara contro il Lanciano, mi ritornano spesso davanti agli occhi, e più che le rivedo e più che non riesco a farmene una ragione. Possiamo criticare Spinelli perchè non investe un euro, però la squadra non era tra le peggiori del campionato, non dico che poteva raggiungere i play off, ma almeno la salvezza, se avessimo avuto un allenatore decente come Gelain, l’avevamo conquistata già da tempo”.
Altri invece come Giulia, di circa 30 anni, non si rassegnano alla condanna del campo: “Chi ha commesso errori o omissioni di pagamenti stipendi deve essere condannato, altrimenti poi nessuno rispetta più i valori dello sport, che sono trasparenza, lealtà e parità di trattamenti. Occorre dare un esempio in questo senso, condannando il Lanciano alla retrocessione diretta con i tre punti di penalizzazione” conclude accalorata Giulia.
Mancano poche ore, il destino del Livorno viene deciso in aule di tribunali sportivi, da delegati federali che giudicano l’illegalità sportiva o meno di un terzo soggetto (il Lanciano), coinvolgendo indirettamente gli amaranto. Che brutta storia deve subire il popolo labronico: mai ad inizio stagione si sarebbe immaginato un epilogo così ignobile !
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