In questi giorni sta divampando il dibattito cittadino sui progetti presentati da Eni al Ministero delle Finanze per il finanziamento di due tipologie di impianti apparentemente separati, da realizzare all’interno della Raffineria Eni di Livorno.
“Per quanto ne sappiamo, sono due progetti contenuti in una bozza di testo ancora tutta da completare, quindi di concreto c’è ancora poco o nulla – si legge in un comunicato inviato dal Comitato referendario ‘Oltre l’Inceneritore’ – In ogni caso il dibattito cittadino, oltre far capire quanto sia importante l’argomento, fa intravedere una certa miopia sulle questioni generali al fine dell’effettiva riconversione ‘Eco’ della Raffineria.
Per la riconversione Eco è indispensabile un impianto per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti (Tmb), una “fabbrica di materiali” che non utilizza la combustione diretta dei rifiuti e dunque abbatte davvero l’inquinamento – prosegue la nota – Un impianto polivalente così, da una parte andrebbe comunque incontro alla volontà del Comune di costruire un impianto di trattamento dell’organico in città e dall’altra andrebbe a selezionare ulteriormente anche la parte di rifiuto indifferenziato proveniente dalla raccolta urbana oltre che a poter trattare la raccolta differenziata stradale e valorizzare il Porta a Porta.
Questa tipologia di impianto potrebbe proprio sorgere all’interno dell’area della Raffineria ed avere le caratteristiche necessarie per accedere al finanziamento europeo del Recovery Plan perché, oltre ad essere veramente una impiantistica a impatto ambientale decisamente minore, potrebbe permettere di uscire da logiche campanilistiche che condizionano anche le scelte tecniche di tutto l’Ato Costa. Infatti l’area della raffineria è un’area Sin ovvero un sito d’interesse nazionale con possibilità autorizzative molto più celeri che possono anche consentire un non trascurabile “risparmio di suolo”. Sappiamo infatti che il Comune sta cercando in questo periodo proprio dei terreni dove realizzare presumibilmente l’impianto per il trattamento del solo organico, che potrebbero non servire più.
In questo contesto il Comitato Oltre l’Inceneritore richiama fortemente la proposta impiantistica “alternativa” all’inceneritore esistente a Livorno inserita nel quesito del Referendum Propositivo depositato oramai nel lontano aprile 2019, ammesso definitivamente, dopo molte peripezie burocratiche, dal Collegio di Garanzia comunale nel dicembre 2021 e che resta in ancora in attesa della notifica da parte del Sindaco (obbligatoria) per cominciare la raccolta delle 4000 firme che servono per far partire la consultazione referendaria. Quale migliore occasione di conciliare la volontà dei cittadini attraverso un innovativo passaggio di democrazia con le reali necessità ed interessi del territorio livornese.
Oltretutto, il possibile sfruttamento nel modo illustrato sopra dell’area della Raffineria Eni può far pensare anche alla possibilità di creare un polo dove trattare in maniera ambientalmente sostenibile tutti i rifiuti dell’Ato Costa che, non significa far diventare Livorno la “pattumiera della Toscana” o di una parte di essa. Utilizzando un’impiantistica giusta si fa diventare Livorno la “miniera della Toscana” perché i rifiuti, se ben gestiti – conclude il comunicato – diventano risorse e creano valore e quindi posti di lavoro abbattendo comunque l’inquinamento”.
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