L’impianto per fornire energia elettrica alle navi nel porto di Livorno realizzato dall’authority portuale non ha causato un danno erariale.
Lo ha stabilito la Corte dei Conti della Toscana.L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ha reso noto che la Corte dei Conti della Toscana ha stabilito che l’impianto per la fornitura di energia elettrica alle navi realizzato presso la banchina Sgarallino del porto di Livorno dall’ex Autorità Portuale dello scalo labronico, ente che successivamente è confluito nell’AdSP del Tirreno Settentrionale, non comporta alcun danno per l’erario. Con sentenza n.23/2019 depositata ieri, la Corte dei Conti ha respinto le domande avanzate dalla Procura regionale nei confronti dell’ex presidente dell’Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, e del segretario generale dell’ente, Massimo Provinciali. L’AdSP ha specificato che nella sentenza si legge che “la domanda proposta dalla Procura risulta destituita di fondamento, segnatamente per difetto così di condotta illecita come di danno erariale imputabile ai convenuti”. In sostanza, la Corte dei Conti ha rilevato la totale assenza di entrambi gli elementi necessari per pervenire ad una condanna: il danno e la colpa grave. I giudici, viceversa, hanno pienamente accolto le tesi difensive formulate, per Gallanti, dagli avvocati Luigi Cocchi e Luigino Montarsolo di Genova e, per Provinciali, dall’avvocato Paolo Bassano di Livorno.
Il danno non c’è – precisa la sentenza – in quanto l’impianto ha una vita tecnica molto lunga e non possono essere fatte valutazioni a brevissimo termine. Peraltro, da quando l’impianto è stato inserito nella concessione della Porto di Livorno 2000, da un lato l’investimento verrà progressivamente ripagato a valere sui canoni concessori, dall’altro è verosimile un suo progressivo utilizzo grazie all’azione di comunicazione e marketing del concessionario. Non a caso, già dal 2019 sono previsti alcuni accosti e altre prenotazioni sono vicine a concretizzarsi anche per gli anni futuri.
La colpa grave va esclusa in quanto l’azione dei vertici dell’Autorità Portuale, lungi dall’essere superficiale e irragionevole, ha corrisposto invece a concrete e pressanti politiche comunitarie, nazionali e regionali finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria (non va dimenticato che buona parte delle risorse finanziarie utilizzate erano proprio di provenienza Ministero dell’Ambiente e Regione Toscana, che hanno vigilato sulla realizzazione dell’opera).
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ha sottolineato che «le 34 pagine di questa articolata sentenza pongono fine ad una vicenda che spesso è stata oggetto di polemiche e strumentalizzazioni ed ha causato, questa sì, inutili perdite di tempo e spese legali».
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