Arriva la risposta del Grosseto calcio al comunicato diramato ieri dall‘US Livorno dopo il match di domenica scorsa. La società amaranto infatti aveva denunciato le aggressioni subite dal presidente Joel Esciua e dal direttore marketing Maurizio Laudicino nel post gara sugli spalti dello “Zecchini”, esprimendo di volersi “muoversi nelle sedi competenti affinché venga fatta giustizia su quanto accaduto”. Il club grossetano risponde alle accuse, prendendo “le distanze in modo inequivocabile da qualsiasi atto violento eventualmente avvenuto nella tribuna dello stadio”, ricordando però le aggressioni subite (a suo dire), nella gara di andata, dal patron Giovanni Lamioni, suo figlio Francesco e alcuni dirigenti maremmani. In quell’occasione la società del “Grifone” decise di non prendere provvedimenti ma espresse tutta la loro mortificazione al presidente Esciua.
Ecco quanto espresso dal Grosseto calcio in risposta all’US Livorno 1915: “Prendiamo le distanze in modo inequivocabile da qualsiasi atto violento eventualmente avvenuto nella tribuna dello stadio Carlo Zecchini in occasione della partita Grosseto – Livorno e auspichiamo che le autorità competenti prendano i dovuti provvedimenti qualora venissero riscontrate responsabilità. Questa situazione, peraltro, fa seguito alla partita di andata Livorno – Grosseto durante la quale il patron Giovanni Lamioni, suo figlio Francesco e i dirigenti unionisti sono stati vittime di ripetute aggressioni in tribuna. In quell’occasione, il Grosseto decise di non prendere provvedimenti su quanto accaduto per non esacerbare gli animi in vista della partita di ritorno e si limitò a rappresentare la propria mortificazione al presidente del Livorno. Nel prendere le distanze da pochi facinorosi, il Grosseto ringrazia i propri sostenitori per la splendida cornice di pubblico e per il costante sostegno alla squadra. Ci auguriamo che il clima tra le due tifoserie possa al più presto normalizzarsi, rimanendo legate solo da una sana rivalità sportiva”.
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