Il sindaco ha tempestivamente deciso di aderire alla campagna “Verità per Giulio Regeni” sostenuta da Amnesty International; una campagna estesa agli Enti Locali, alle Università e ai luoghi di cultura del nostro Paese affinchè vengano affissi pubblicamente manifesti e striscioni con la scritta “Verità per Giulio Regeni”. L’obiettivo è tenere alta l’attenzione sul misterioso omicidio del ricercatore italiano al Cairo.
L’Amministrazione comunale di Livorno ha provveduto a stampare manifesti che verranno affissi nelle scuole e in numerosi luoghi pubblici (biblioteche, musei , uffici) Dal 25 febbraio il banner della campagna sarà anche sulla Rete Civica del Comune di Livorno.
Questo il messaggio del sindaco Filippo Nogarin
“L’avvocato della Famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ha contattato le diverse Amministrazioni Comunali chiedendo pure al Comune di Livorno di aderire alla campagna promossa da Amnesty International nel chiedere “Verità per Giulio Regeni”, ricercatore universitario italiano rapito, torturato ed ucciso in Egitto.
Le richieste della famiglia e le stesse indagini degli ispettori della Farnesina hanno rimbalzato sul vero e proprio muro di gomma eretto dal governo di Al Sisi.
Una situazione inaccettabile per il nostro Paese e che richiede un fronte comune a partire da ogni Comune.
La tragedia della famiglia Regeni è purtroppo solamente la punta dell’iceberg della situazione drammatica in cui versa l’Egitto, in una vera e propria sospensione della democrazia, con le forze di opposizione al centro di una autentica repressione.
Giulio si muoveva all’interno dei movimenti operai di opposizione al regime di Al Sisi ed è per questo che è stato rapito ed ucciso.
Le associazioni per i diritti umani denunciano un fenomeno che ricorda sempre più quello dei “desaparecidos cileni”, con oltre 340 persone inghiottite nel nulla e probabilmente avviate a centri di detenzione e tortura, nel quadro di un sistema di giustizia egiziano, sempre più un drammatico ossimoro.
Livorno è la città dove venne stampata la prima edizione del saggio “Dei delitti delle pene” di Cesare Beccaria, il manifesto al quale tanti paesi si sono ispirati per mettere al bando la tortura e la pena di morte.
Pubblicato nel 1764 nella nostra città continua ad essere, ad oltre 250 anni di distanza, purtroppo inascoltato in troppe nazioni e purtroppo anche in quelle “campioni della democrazia”.
Per questo come Giunta abbiamo deciso di aderire facendo pubblicare dal 25 febbraio sulla rete civica il banner della campagna e di far stampare dei manifesti da fare affiggere presso l’emeroteca, le scuole e altri luoghi pubblici.
Alla famiglia di Giulio tutta la vicinanza e solidarietà di cui una comunità generosa come Livorno è in grado di dare”.
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