Rilasciata a Masol l’intesa necessaria per l’autorizzazione statale energetica che permetterà di realizzare la terza linea di produzione biodiesel all’interno dello stabilimento nel porto di Livorno.
Chiuso il procedimento ministeriale, secondo gli investitori internazionali, a breve partiranno i lavori. E così si avvierà il processo di rilancio che porterebbe sia al riassorbimento dei lavoratori della vecchia raffineria sia a nuove assunzioni.
“Una buona notizia per Livorno – commenta il presidente Enrico Rossi -, un altro passo avanti per un investimento estero che sta mostrando di avere tutte le credenziali per garantire una buona riconversione industriale superando una precedente vertenza aziendale. La Toscana conferma anche in questo caso la capacità, grazie all’impegno comune di istituzioni e organizzazioni sindacali, sia di sostenere nuovi investitori, sia di accompagnare i lavoratori di una crisi occupazionale ad una nuova opportunità lavorativa”.
Gli impianti di lavorazione di oli minerali, ovvero le raffinerie, sono sottoposti ad una autorizzazione unica energetica e ambientale emanata dal Ministero dello sviluppo economico e spetta alla Regione esprimere, sentiti Comune e Provincia, le intese sulle autorizzazioni statali energetiche.
La giunta ha proposto di rilasciare l’intesa vincolandola alle prescrizioni previste dal “Piano di monitoraggio per l’efficacia/efficienza della barriera idraulica”, relativamente al problema “bonifica” nonché agli aspetti di monitoraggio acustico, e al parere istruttorio del Comune di Livorno.
Il progetto
L’obiettivo è il rifacimento della bioraffineria Masol a Livorno, attraverso la realizzazione di una nuova terza linea produttiva grazie alla quale sarà aumentata la capacità complessiva di lavorazione da 250.000 t/a a 358.000 t/a e la capacità di deposito da 9090 mc a 11960 mc.
L’intervento prevede, in più fasi, un investimento di circa 55 milioni di euro con circa nuove 40 assunzioni, oltre al rientro al lavoro a pieno regime dei 30 lavoratori della ex Novaol in cassa integrazione. Sono attese ricadute positive su tutta l’area: dalle attività del porto ai servizi e alla logistica.
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