Perquisizioni delle Fiamme Gialle in città. Tra le persone finite nei guai tre abitavano nell’ex sede Enel sugli scali D’Azeglio, occupata da cittadini senza abitazione
Otto gli indagati e una quindicina di perquisizioni in città. Tra queste alcune sono state compiute in tre residenze di fortuna all’interno dell’ex palazzo sede Enel, sugli Scali D’Azeglio, il palazzo occupato due anni or sono. Due arresti e il ritrovamento di tre chili di droga.
Sono questi per il momento i dati parziali dell’ultima operazione della guardia di finanza contro lo spaccio di cocaina in città. In oltre un anno di accertamenti, sarebbero state raccolte anche diverse intercettazioni telefoniche finite agli atti.
Una presunta rete di spaccio della quale fa parte un gruppo composto da tunisini e italiani, legati tra di loro da un vincolo di parentela. Tra gli otto indagati, non a caso, compaiono i nomi di tre fratelli: Meher Tebini, 29 anni, soprannominato “Nakka”, Houcine Ben Majed Tebini, 35, meglio conosciuto come “Fathi”, e Ahmed Tale, ribattezzato “Moncef” o “Banana”. Oltre a loro nei guai Luca Genchi, 24 anni, e Gugliemo Genchi, 69. Indagato anche Angelo Baldi, 52 anni, e Simone Stoppa, 38.
Dalle intercettazioni emergono anche i luoghi dello spaccio: dal parcheggio del “Burgher King” in via Firenze, alle vicinanze del “Bar Veloce” (entrambi gli esercizi commerciali sono estranei alle indagini). Il basista del gruppo si nascondeva dietro al nome di Simone Stoppa che si sarebbe prestato all’acquisizione, al trasferimento e alla custodia di sostanze stupefacenti per conto di Meher Tebini.
All’alba di martedì gli uomini delle Fiamme Gialle hanno dato il via a una quindicina di perquisizioni in mezza città. Il nucleo delle fiamme gialle oltre agli appartamenti all’interno dell’ex sede dell’Enel, hanno fatto irruzione in via Santa Fortunata, dove abita Luca Genchi e hanno visitato anche un’abitazione in uso allo stesso Genchi sul viale del Risorgimento; in via Vincenzo Malenchini, casa della nonna della compagna di Majed Tebini; in via di Salviano dove ha la residenza Simone Stoppa, ma anche in un appartamento in via Triste dove il trentottenne ha un’altra residenza.
Le perquisizioni hanno riguardato anche un terreno nella zona del Limoncino, un container affittato in via Irlanda e quattro macchine che venivano usate da altrettanti indagati.
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