Trentaquattro anni, di origine livornesi, è ancora in prognosi riservata. Per il compagno, un dipendente pubblico di 35 anni, il pm chiederà il carcere.
Nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Bologna, la donna residente a Bazzano ha combattuto tra la vita e la morte. Il liquido per lavastoviglie ingerito con un sorso di Coca Cola tuttavia non l’ha messa al tappeto, come voleva il suo compagno. Né fisicamente né psicologicamente. In dolce attesa da sette mesi ha tenuto duro per sé e per il bambino che porta in grembo e che dal liquido per lavastoviglie non è stato danneggiato. Placenta intatta, pare. Anche se la sua prognosi resta riservata ancora per un paio di giorni.
Così dice il primario, vista la delicatezza della situazione. Mamma e figlio non sembrano in pericolo di vita, ma in sanità gli eventi possono sempre precipitare. Forse quello che sperava il compagno, un dipendente pubblico di 35 anni, accusato di lesioni gravissime al momento: ha confessato di aver versato liquido per lavastoviglie nella bibita bevuta dalla compagna. L’avrebbe fatto – secondo quanto ammesso fra le lacrime – perché temeva che il figlio non fosse sano. La procura valuterà tutti gli elementi, al momento di confermare l’accusa che potrebbe anche essere aggravata: nell’udienza di convalida del fermo, il pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio – intenzionato a chiedere la custodia cautelare in carcere per il 35enne – potrebbe anche imputare l’uomo per tentato omicidio con il dolo eventuale. Il pm potrebbe formulare questa richiesta proprio valutando l’elemento psicologico della sua condotta: se riterrà che abbia accettato il rischio che la compagna morisse lo potrebbe accusare di omicidio volontario.
Nessun commento al momento da parte dei difensori dell’uomo, incensurato. Uscito dal carcere della Dozza a Bologna, l’avvocato Raffaele Merangolo si limita a dire: “Sono stato nominato di fiducia insieme al collega Giulio Cristofori. Ora attendiamo l’udienza di convalida”. Se sarà convalidato il fermo del dipendente comunale, l’uomo sarà sospeso dal lavoro e nei suoi confronti sarà avviato anche un provvedimento disciplinare, come previsto dalla legge. Lo annuncia il sindaco del Comune di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, che per preferisce non commentare la vicenda prima che i contorni siano definiti.
Lo stesso sindaco ha organizzato per sabato 4 giugno un presidio contro la violenza sulle donne. L’appuntamento è alle 18.30 nel capoluogo del comune diffuso, Bazzano. L’obiettivo è manifestare la vicinanza alla concittadina “ma anche a tutte le donne vittime di violenza e femminicidio. Per alzare la voce tutti insieme contro tutto questo e incoraggiare le donne che hanno paura, a parlare e chiedere aiuto.
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