La crisi da diversi anni imperversa l’Europa, l’Italia e Livorno, ora per i bar ci si è messa anche la consigliera Amato (FI), a far decrescere i consumi, con la proposta presentata in consiglio comunale di installare tre bagni pubblici sul territorio cittadino. Maggioranza e opposizione hanno accolto favorevolmente l’idea dell’unica esponente del destra in consiglio comunale, e hanno deciso di votare all’unanimità la mozione. Disappunto per i titolari di bar, che spesso si vedono arrivare clienti occasionali, i quali per usufruire del bagno consumano un caffè, una bibita, o quant’altro. Ma “battute” a parte, per i turisti in giro per la città (ma anche per i cittadini livornesi), ogni qualvolta si presenta necessità di dover ricorrere ai servizi igenici, si presentano problemi sconvenienti, sopratutto in alcune ore della giornata, quando le attività di consumo al pubblico sono chiuse.
«È una miglioria, che attribuisce un valore aggiunto alla città – ha sottolineato la consigliera Amato – L’assenza dei bagni pubblici in un territorio, interessato allo sviluppo del “terziario” come Livorno, è una mancanza di accoglienza verso i turisti. Ma anche nei confronti dei cittadini, è un disservizio socialmente eccepibile».
L’atto prevede l’installazione di tre bagni pubblici, uno in centro e due sul lungomare, in punti strategici della città. Il costo si aggira intorno alle 40mila euro a struttura (120mila euro totale). Un importo non indifferente per l’amministrazione comunale, in questo periodo di crisi di risorse. Ma a tal proposito la professoressa Amato ha trovato un partner sovventore per il Comune: la Porto 2000. La società che gestisce il traffico crocieristico, ha dato la sua disponibilità alla compartecipazione finanziaria del progetto.
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