Numeri importanti quelli relativi al prestito sociale, una delle misure adottate dalla Regione per contrastare la povertà concedendo prestiti fino a 3.000 euro (senza garanzie e senza interessi) a persone e famiglie in situazioni di particolare difficoltà o fragilità socio-economica. L’entità del finanziamento regionale è pari ad oggi a 9,7 milioni, di cui sono stati erogati alle famiglie 6,7 milioni (corrispondenti al 78,2 per cento). Ma dal momento che dalle famiglie sono stati restituiti 1,5 milioni e da attività sociali sono stati recuperati 68.400 euro, ci sono ancora risorse disponibili per 680.000 euro, che saranno erogati entro fine anno, somma a cui si aggiungono le risorse derivanti dai rimborsi da parte delle famiglie.
Possono fare domanda di prestito ai centri di ascolto cittadini maggiorenni, residenti in un Comune toscano, che non abbiano condanne definitive di un certo tipo (associazione di tipo mafioso, riciclaggio, impiego di denaro e beni di provenienza illecita), che abbiano ISEE non superiore a 15mila euro, che siano cittadini europei oppure siano in possesso di carta o permesso di soggiorno.
Dopo aver valutato la situazione familiare i volontari dei centri d’ascolto, che svolgono anche attività di tutoraggio e di accompagnamento per garantire un uso consapevole del denaro, decidono se concedere il prestito, che dovrà essere restituito entro un massimo di 36 mesi. Al beneficiario viene richiesto di essere parte attiva e propositiva nel superare le momentanee difficoltà economiche, personali o della propria famiglia. La restituzione del denaro può avvenire, in alternativa a quella rateale prevista dal piano personalizzato, anche attraverso lo svolgimento di attività socialmente utili.
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