Le cifre non sono ancora ufficiali ma secondo quello che filtra da Palazzo Rosciano il porto di Livorno chiude il 2016 con un aumento di traffico di oltre 700 navi. Siamo a un record negli ultimi anni, malgrado la crisi mondiale ancora morda forte. Ma c’è di più: il porto si sta caratterizzando sempre di più come scalo “multipurpose” con tutte le componenti di un traffico marittimo possibili.
L’incremento più alto rispetto al passato è stato quello dei ro/ro e dei ro/pax: comprensibile, vista anche la sfida in atto tra le grandi compagnie del settore, in particolare il gruppo Grimaldi e il gruppo Onorato. E forse sarà proprio questo il settore, i ro/ro in primis, che avrà bisogno di una rivisitazione di aree e di banchine nella prossima gestione dell’Autorità di sistema portuale, con una visione integrata tra Livorno e Piombino. Intanto però, il traffico cresce e faticosamente un po’ tutti i terminal si arrangiano come possono.
Sui containers si è già detto: mentre Enio Lorenzini ha avviato il nuovo collegamento MSC (con Hapag Lloyd che vi carica) dalla sponda est, chiudendo un 2016 a pari quantitativi di contenitori ma con forti incrementi “multipurpose”, il TDT ha registrato oltre 600 mila teu, che il suo amministratore delegato Luca Becce ritiene saranno il punto di partenza per questo 2017, malgrado l’anno non si presenti facile per la logistica mondiale.
Un settore che invece ha ripreso a tirare con forza, anche se totalmente ignorato, è quello del greggio. Subito dopo le feste di natale la raffineria ENI, che pure nel piano generale dell’ente è in vendita, ha ripreso a lavorare a tutto regime con un arrivo di 800 mila tonnellate di greggio il giorno 27 dicembre e la contemporanea partenza di due navi di prodotto raffinato (la “Mont Olympus” con 14 mila tonnellate di gasolio è stata l’ultima) in rapida sequenza. Secondo le cifre registrate dalla Capitaneria, da quando ha preso fuoco l’altra importante raffineria ENI del nord Adriatico quella di Livorno sta “pompando” a tutta forza, con una movimentazione tra le 60 e le 80 mila tonnellate di greggio in arrivo ogni settimana. Un movimento che forse in città – e nello stesso porto – viene avvertito meno di quello delle grandi navi da crociera: ma che per l’economia dello scalo e per i suoi servizi ha ugualmente un buon valore aggiunto.
Discorso a parte meritano, appunto, le crociere. Il loro impatto sull’economia cittadina è ancora marginale, tanto che lo stesso sindaco Filippo Nogarin nel suo saluto di fine anno ha richiamato alla necessità di migliorare “accoglienza turistica” e le offerte ai croceristi per “tenerseli” in città; ma per il porto il valore è alto. E lo sarà ancora di più quando saranno risolti – e qui sta il problema – i tanti problemi che ritardano la gara per la privatizzazione della Porto 2000, il rilancio della sua gestione, la miglior professionalizzazione di alcuni dei suoi settori (sulla comunicazione in particolare) e il grande piano di un “comparto” che sia all’altezza del gioiello turistico che è la Toscana. Le premesse ci sono, bisogna andare avanti più velocemente.
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