Trecento chilogrammi di cocaina per un valore di cento milioni di euro sequestrati nel porto di Livorno, 18 fermi di polizia, tra i quali figura anche un medico pediatra originario della costa ionica reggina, di fatto residente a Messina, nel ruolo di finanziatore dei traffici e di “diplomatico” nei confronti di trafficanti colombiani ospitati dalla ‘ndrangheta. Sono gli elementi emersi dall’operazione “Gerry”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta all’alba dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro. Pietro Bonaventura Zavettieri, di 55 anni, detto “Bono”, pediatra esercitante a Locri, è finito nella rete della giustizia per avere tentato di introdurre in Italia cocaina e per avere ospitato un gruppo di cocaleros colombiani per affinare con i gruppi mafiosi dei Bellocco di Rosarno, Avignone di Taurianova, Molè-Piromalli di Gioia Tauro e dei Paviglianiti di San Lorenzo, gli aspetti organizzativi per l’importazione di cocaina dal Paese del centro America. “Cosche – ha detto il procuratore della Dda Federico Cafiero de Raho – di primo piano nella gerarchia della ndrangheta calabrese. L’operazione è stata condotta con successo grazie alla professionalità di elevato grado della Guardia di finanza, alle numerose intercettazioni, tutte comprovate dai notevoli ritrovamenti e sequestri di stupefacente a Livorno”. Nel porto toscano il gruppo criminale aveva agganciato Gaetano Lentini, originario di Gioia Tauro e vicino a elementi della cosca Molè-Piromalli, arrestato tre giorni fa su richiesta della Procura distrettuale di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo, che aveva impiantato un’attività di movimentazione di container nel porto toscano attraverso una cooperativa di “braccianti” che scaricavano la cocaina dai container dopo averli aperti, e che veniva trasportata all’esterno dell’area portuale grazie alla complicità di alcuni vigilantes, finiti anch’essi in carcere. “L’organizzazione – ha rilevato de Raho – aveva decentrato le attività proprio a Livorno, a causa delle tante operazioni condotte con successo a Gioia Tauro”. “Sono stati impiegati 250 uomini – ha detto il comandante regionale della Guardia di Finanza, gen. Gianluigi Miglioli – e in pochissimo tempo siamo riusciti ad individuare e neutralizzare ogni destinatario del provvedimento cautelare. Tra i fermati spiccano personaggi della cosca Bellocco, che di fatto detenevano i fili dell’organizzazione”.
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