È un incatenarsi di tragiche fatalità. Questa e’ l’ipotesi che sta’ prendendo forma per spiegare la dinamica dell’incidente in cui il 3 marzo scorso ha perso la vita Jacopo Pieri, 17 anni. Sembra che non una, ma due auto avrebbero causato la morte del giovane studente e calciatore prima di far perdere le proprie tracce senza prestare soccorso.
Questa non è l’unica pista sulla quale stanno lavorando gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Municipale coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Rizzo nel tentativo di risolvere il caso, ma si tratta di quella che più delle altre ha trovato riscontri investigativi. E dunque i rilievi tecnici effettuati dopo l’incidente, le poche immagini buone scaricate dalle telecamere nella zona, testimonianze e infine i controlli incrociati sulle celle telefoniche agganciate dalle persone coinvolte nell’inchiesta.
È in questo quadro che gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che il diciassettenne stesse percorrendo via Sicilia quando all’altezza dell’incrocio con via Bedarida, la Ford Focus station wagon condotta da un trentenne livornese, ma intestata alla madre, si è immessa nella carreggiata senza rispettare lo stop e dare la precedenza come prevede il codice. A questo punto sarebbe avvenuta la prima collisione tra la parte anteriore sinistra della vettura e la parte destra dello scooter.
Il giovane è stato urtato dall’auto avrebbe perso il controllo dello scooter, forse è caduto, sicuramente è finito nella carreggiata opposta. E purtroppo lo ha fatto mentre nella direzione contraria è arrivata una seconda auto che molto probabilmente lo ha investito causando quelle ferite che lo hanno ucciso.
Gli investigatori sperano di fare chiarezza attraverso la perizia affidata mercoledì a un esperto che dovrà verificare se sulla carena del motorino ci siano tracce di vernice terza e nel caso siano compatibili con quella della macchina sequestrata nei giorni scorsi. Un test che nel caso risultasse positivo aggraverebbe la situazione del conducente, già indagato dalla Procura con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga.
La presenza di una secondo vettura appare certa ed è stata confermata dalle prime persone che si sono fermate dopo lo schianto e hanno chiamato i soccorsi. Peccato però che anche l’automobilista che era al volante della seconda macchina, dopo essersi fermato per pochi istanti, abbia deciso di allontanarsi senza aspettare l’arrivo degli agenti.
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