Si è tenuta questo pomeriggio la cerimonia di inaugurazione della rinnovata struttura dello Scoglio della Regina. Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Filippo Nogarin, dell’assessore regionale Cristina Grieco, del prefetto Anna Maria Manzone dell’Ammiraglio Vincenzo Melone e dei rappresentanti del mondo accademico e scientifico, nonché dei familiari dell’ammiraglio Pollastrini.
Questo il discorso letto dal sindaco nell’occasione:
“Buongiorno a tutti,
permettetemi di salutare con un grande abbraccio Maria Gloria Giani, moglie dell’ammiraglio Raimondo Pollastrini e i suoi figli, Matteo e Martina. Un saluto particolare poi al comandante generale delle Capitanerie di porto della Guardia costiera, Vincenzo Meloni, ai rettori degli Atenei e all’assessore regionale al Lavoro, Cristina Grieco.
Più in generale, buongiorno a tutti quanti e benvenuti nel luogo da cui può partire il rilancio economico e produttivo dell’intera città.
Sembra incredibile che per aprire una struttura potenzialmente così importante, i cui lavori si sono conclusi due anni fa, ci sia voluta così tanto tempo e così tanta fatica.
Miracoli della burocrazia che, come sapete bene, in questo Paese è straordinariamente efficiente quando si tratta di frenare. E stiamo parlando di una struttura su cui abbiamo investito come Comune 3 milioni di euro sui 7 complessivi.
Finalmente però ora ce l’abbiamo fatta. Finalmente possiamo festeggiare.
Possiamo festeggiare perché con oggi restituiamo ai livornesi una porzione della loro città: questo Giardino mediterraneo che rappresenta un ponte naturale tra la terra e il mare. E non è un caso se tra pochi minuti scopriremo due opere che richiamano proprio questo rapporto profondo con il mare: la statua che ci è stata donata dal maestro Sandro Chia e la targa intitolata all’ammiraglio Raimondo Pollastrini.
Ma possiamo festeggiare anche perché, d’ora in avanti, non saremo più costretti a vedere scene che oggi sono invece all’ordine del giorno: persone che accedono a quest’area, scavalcando cancelli e ringhiere come se non ci fossero e cittadini che parcheggiano le loro barchette abusivamente a ridosso della passerella che abbiamo percorso per arrivare qui.
Scene di ordinaria illegalità che questa città non può e non deve più tollerare.
Per raggiungere questo obiettivo però bisogna imparare a dare risposte più rapide ai bisogni dei cittadini e su questo all’interno del Comune stiamo facendo un lavoro molto puntuale che proprio questa mattina ha visto aggiungersi un tassello fondamentale. Quella macrostruttura che altro non è se non la definizione precisa della catena di comando che permette di trasformare un problema della cittadinanza in una soluzione.
Un nuovo assetto che in futuro ci permetterà di non dover più fare i conti con ritardi e lungaggini come quelle con cui si è dovuto misurare chi si è occupato del progetto “Scoglio della Regina”.
Ma torniamo a noi. Oggi formalmente inauguriamo un contenitore, ma è del tutto evidente che ciò che conta, ciò che può fare davvero la differenza, è il contenuto.
Entro un mese, i locali alla mia sinistra che poi potrete visitare, ospiteranno i laboratori allestiti dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna, dal consorzio di biologia marina, dal CNR, dal consorzio LAMMA e dalla Capitaneria di Porto di Livorno.
Questa è dunque una delle due gambe, insieme alla Dogana d’Acqua, su cui poggerà il nuovo “Polo della ricerca e delle alte tecnologie” di Livorno.
Parliamoci chiaro: se vogliamo sviluppare una manifattura che sia realmente competitiva sui mercati, se vogliamo attirare a Livorno un’industria di qualità, è indispensabile puntare su prodotti dall’alto valore aggiunto. E questo significa puntare sulle alte tecnologie.
L’idea è questa: dai laboratori del polo hi-tech usciranno progetti e prototipi che dovranno poi essere trasformati in prodotti di consumo e questo ci permetterà di creare una sinergia virtuosa con aziende specializzate in robotica e biorobotica e soprattutto interessate a investire nella blue e green economy.
Un salto nel futuro per una città che per troppo tempo è rimasta ancorata a un modello di sviluppo industriale ormai tramontato. In questi tre anni alla giuda dell’amministrazione abbiamo assistito a continui crisi industriali e chiusure di impianti produttivi, operazioni decise da lontano davanti alle quali le istituzioni non hanno potuto fare nulla.
Se vogliamo lasciarci alle spalle la classificazione di area di crisi complessa, non possiamo trasformarci in terra di conquista per multinazionali senza scrupoli, perennemente alla ricerca di mano d’opera a basso prezzo.
Dobbiamo al contrario puntare sull’eccellenza, in modo da ritagliarci un nostro posto privilegiato. La ricerca, l’innovazione e la conoscenza rappresentano la ricetta vincente per Livorno.
Questo si che è un valore aggiunto unico che nessuno potrà portarci via”.
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