Incontro con l’autrice, nel suo paese natale. Nada Malanima, uno tra gli artisti più originali e coraggiosi della scena contemporanea, ha presentato al Gabbro il suo quarto libro Leonida. Con l’autrice il direttore editoriale Atlantide Edizioni, Simone Caltabellota.
Trama: una ragazza attraversa la vita allontanandosi dalla propria famiglia, da un’infanzia in cui non ha avuto amore, da una madre che non ha saputo né voluto esserle madre, da un uomo e poi da una donna che hanno avuto il suo corpo ma non il suo cuore, da una figlia non desiderata, dal proprio Paese, dal proprio nome e anche da se stessa.
Leonida vive ogni cosa come una statua di marmo, nulla la scuote davvero, nulla che le accada la spezza o l’illumina, semplicemente lei non riesce a sentire, a aderire al mondo degli altri, almeno fino a quando un regalo inaspettato, che forse non voleva neppure essere tale, la porterà ancora più lontano, a affrontarsi e infine a riconoscersi, quando tutto invece sembra avere perso di senso e l’amore essere sparito per sempre.
Soltanto allora forse imparerà ad essere figlia, madre, amante, imparerà veramente la morte e la vita che ricomincia, sempre.
“Non mi sono mai sentita giovane, e adesso non mi sento nemmeno vecchia, e cammino, cammino tante ore al giorno, ho il mio da fare qui. Ora le stagioni scappano al galoppo di un puledro impazzito, e le ossa mi fanno sempre più male, ma non ci bado, non ho mai ascoltato il mio corpo, continuo a faticare lo stesso, lo metto alla prova e fino adesso ho avuto la meglio io. Se penso alla mia vita, dopo tutto mi sento ancora leggera”.
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