Come da accordi presi in precedenza con l’Assessore al Comune di Livorno con delega all’Ambiente Giuseppe Vece, nel primo pomeriggio di martedì 1 agosto presso gli uffici di Palazzo Civico si è tenuta una prima riunione conoscitiva tra i soggetti maggiormente interessati dalla recente entrata in vigore della nuova normativa che regola le attività consentite all’interno dell’Area Marina Protetta Secche della Meloria. Un incontro necessario al fine di fare chiarezza sulle molteplici criticità emerse in questo primo periodo di applicazione della normativa approvata dal Ministero dell’Ambiente, per questo motivo caldeggiato più volte nel recente passato dal Consorzio Nautico di Livorno e coordinato dall’Amministrazione Comunale. PUBBLICITÀ Alla presenza dello stesso Assessore Vece e di alcuni componenti del Consiglio Direttivo del Consorzio integrato da Luigi Del Re e Mauro Meini, questi ultimi intervenuti a sostegno del Coordinamento dei circoli della costa labronica, si sono incontrati anche rappresentanti della Capitaneria di Porto di Livorno e, soprattutto, una folta delegazione dei vertici dell’Ente Parco di San Rossore Migliarino Massaciuccoli. Una missione capitanata dal Presidente Giovanni Maffei Cardellini e composta dal Direttore Enrico Giunta, dal Responsabile del servizio AMP Andrea Porchera e dal Responsabile per il Servizio Gestione Risorse Naturali Antonio Perfetti. “La nautica da diporto livornese al gran completo chiede che sia fatta una maggiore chiarezza per quanto concerne le norme che regolano le attività consentite all’interno dell’AMP – è la sintesi espressa dal presidente Piero Mantellassi sulla posizione ufficialmente assunta dal Consorzio in merito alla questione – Ad esempio, il solo fatto che nelle normativa si preveda la necessità di inoltrare una formale richiesta di autorizzazione distinguendo tra la navigazione e l’ormeggio o, addirittura, tra quest’ultima e l’ancoraggio. Questa specificazione tanto minuziosa quanto illogica non trova assolutamente riscontro nelle abitudini quotidiane dei diportisti locali. Nessuno si reca in barca alle Secche della Meloria con l’intento di non fermarsi, anche solo per fare un bagno e trovare refrigerio.” Ciò che più preme al ‘popolo delle barchette’ è il fatto che la “Meloria è considerata storicamente parte integrante della città. Il nostro obiettivo è rendere la sua fruizione quanto più agevole possibile. Puntiamo all’eliminazione di un iter burocratico assurdo e farraginoso – prosegue Mantellassi – Non si può obbligare un livornese a preparare un’intera pratica, solo al fine di raggiungere e ormeggiare la Meloria. Una meta facilmente accessibile dalla costa anche con imbarcazioni di piccole e medie dimensioni e che, sino a oggi, è stato abituato a frequentare liberamente, senza vincoli né formali, né di strumentazione a bordo e meno che mai economici.” Una tassazione che, al contrario, sembra uno spauracchio oggi solo potenziale ma nel prossimo futuro più che probabile. Questo anche a causa dei congiunturali costi d’istruttoria che tale procedimento sta finendo per creare e alle quali l’Ente Parco dovrà, prima o poi, inevitabilmente far fronte: secondo lo stesso Parco, dall’inizio dell’anno a oggi, la segreteria preposta al vaglio avrebbe ricevuto già qualcosa come 600 domande (di cui 500 già smaltite). Richieste da evadere, per termini di legge, entro un massimo di 60 giorni dalla consegna (anche se dal Parco sostengono di impiegarne in media 20-25, ndr). Un impegno ingente e una voce di spesa talmente pesante da aver spinto il gestore dell’AMP a introdurre in via preventiva una voce apposita per il pagamento a carico dell’utenza, già predisposta all’interno del format delle domande di autorizzazione distribuite. “Forti quindi dell’appoggio incassato nel corso di un incontro con il Sindaco di Livorno Filippo Nogarin, il quale ha a sua volta incaricato l’Assessore Vece, ribadiamo la richiesta che il Comune si faccia promotore della richiesta di modifica del regolamento per una sua semplificazione – è l’appello del numero uno del Consorzio – L’esibizione di un semplice documento in corso di validità sarebbe sufficiente a garantire agli organi di controllo la garanzia del requisito di residenza. Un critierio che nelle bozze preliminare della normativa era previsto come l’unico sufficiente per esentare i diportisti dell’area di Livorno, Collesalvetti e Pisa dall’obbligatorietà della richiesta autorizzativa per svolgere qualsivoglia attività, almeno nelle zone B1, B2 e B3. Invece tale condizione è sparita dalla versione finale, riservando loro inspiegabilmente (un enigma senza risposta anche secondo l’Ente Parco, che avrebbe volentieri evitato di addossarsi una tale mole di burocrazia da smaltire, ndr) il paradossale diritto automatico alla navigazione e alla balneazione ma non all’ancoraggio-ormeggio.” Di fronte a tali osservazioni logiche, il Presidente del Parco Maffei Cardellini è sembrato conciliante ed ha sostanzialmente parlato di disponibilità a verificare queste richieste dettate dal semplice buon senso. L’Assessore Vece ha così indicato il mese di settembre per iniziare a costruire un discorso concertato e richiedere ufficialmente una modifica dell’attuale regolamento al Ministero dell’Ambiente.
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