Dalla Soup, la sala operativa regionale della Protezione civile toscana, arrivano i numeri degli interventi realizzati nel corso della giornata a Livorno dopo il nubifragio e l’alluvione di domenica: trecentosessanta da stamani, mentre quattrocento sono stati i volontari toscani all’opera a cui se ne sono aggiunti un centinaio provenienti da Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto e Val d’Aosta.
L’attività di soccorso, fanno sapere sempre dalla Soup, è stata coordinata in in accordo con i vigili del fuoco con cui la Regione ha condiviso le richieste che pervenivano, le ha ripartite e attuato gli interventi, secondo un modello organizzativo particolarmente apprezzato.Con l’attività destinata a crescere, domani il numero dei volontari potrebbe ulteriormente aumentare.
Personale della Protezione civile è stato ed è presente al Coc di Livorno, il centro operativo comunale, e al Centro coordinamento dei soccorsi (Ccs) istituito dalla Prefettura. Compito della protezione civile regionale è anche la gestione dell’area di accumulo soccorritori presso palazzo Modigliani.
“Bisogna che lo Stato intervenga in via eccezionale anche qui, a Livorno, perché con provvedimenti ordinari non ne usciamo. Ne servono di straordinari”. Sono queste le prime richieste che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha portato al tavolo convocato in prefettura a Livorno al quale, oltre a prefetto, questore, sindaci di Livorno, Rosignano e Collesalvetti e altre autorità, ha partecipato il responsabile della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli. A lui si è rivolto il presidente Rossi, chiedendo per l’area livornese un trattamento analogo a quello a suo tempo riservato al Veneto colpito nel 2010 dall’alluvione e all’Emilia Romagna colpita nel 2012 dal terremoto. Al primo andarono 300 milioni di euro e 500 alla seconda.
“Occorre renderci conto – ha precisato Enrico Rossi – che qui la situazione é ancora peggiore, perché é piovuto sul bagnato di una situazione sociale resa esplosiva dalla crisi economica. E noi non ci dichiareremo contenti finché non farete come avete fatto per Emilia e Veneto. Anzi, siamo pronti a portare la Toscana sotto Palazzo Chigi e sotto il Parlamento”.
Il presidente, che nel primo pomeriggio si era recato nelle zone più colpite dalla forza dell’acqua, era rimasto impressionato dai danni e ha ripetuto che “le famiglie non devono assolutamente essere lasciate sole a riparare i danni subiti”, e non possiamo dire a loro e agli imprenditori che “per legge avranno, bene che vada, diritto ad avere al massimo il rimborso del 25 per cento dei danni subiti documentabili”. Così ha chiesto a Borrelli di avere un primo stanziamento nazionale per gli interventi in somma urgenza così da “stornare i 3 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per destinarli ad aiutare chi é rimasto senza nulla, invece che alle opere urgenti”. Rossi ha poi preso accordi con i tre sindaci presenti per una riunione a tempi brevi per stilare un primo bilancio dei danni ed un elenco delle opere riten ute più urgenti.
Borrelli, dal canto suo, si è impegnato a rappresentare al Governo la drammaticità della situazione labronica insieme alle richieste delle istituzioni locali.
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