Di Sandro Lulli >>> Non ti curar di loro ma guarda e passa. E così fa il Livorno dopo la partita degli spalti vuoti (quelli dei livornesi, stadio Arena a Pisa) e anche contro la diligente, simpatica e ruspante compagine sarda dell’Arzachena, liquidata nel breve volgere di 10’ (20’ Vantaggiato, 30’ Doumbia, poi nella ripresa rete della bandiera di Curcio).
AL GALOPPO. Caduto da cavallo anche a causa dell’ostacolo piazzato all’improvviso dall’arbitro molisano Massimi il Livorno torna in sella prontamente come niente fosse accaduto. Gioco fluido, condizione ottima e come al solito produzione industriale di occasioni da gol che però per un motivo o per l’altro, anche in questa circostanza, sul palcoscenico polare ardenzino, non sono state sfruttate come logico che debba essere, altrimenti saremmo qui a parlare di un risultato roboante. Di roboante, invece, resta solo la superiorità schiacciante, in ogni settore, la diversità di idee, schemi, qualità, cavalli nel motore.
SOTTIL INCANTA. Ecco dove lavorare, ecco dove fare luce e operare: e questo lo sa anche Andrea Sottil, che quando va in conferenza stampa è un piacere ascoltarlo per la sua analisi sempre schietta, lucida, esaustiva. E anche in questo dopopartita il tecnico amaranto ha ammesso che nelle prossime partite la scommessa sarà proprio questa: andare a caccia di cinismo, concretezza, intingere le scarpette di veleno prima di concludere a rete. E Carrara (quella apuana una squadra di spessore, piena d’orgoglio come il suo allenatore Baldini) sarà l’occasione ideale, a patto di stare in partita col piglio giusto.
CORAGGIO. Il Dottor Sottil è un vero e proprio punto di forza del Livorno: avvolge la squadra con il suo attaccamento, la sua protezione; ha il coraggio di caricarsi tutto sulle spalle e di tenerla al riparo quando fa brutto tempo e di metterla sul piedistallo quando luccica il sole, cioè dopo una vittoria. Inoltre Andrea Sottil è un piacere sentirlo in conferenza stampa perché ascolta ogni domanda anche la meno amica, risponde con serietà a qualsiasi quesito e perdipiù non si limita mai alle solite banali risposte ma cerca di scavare e spiegare, di far capire e anche, indirettamente, aiutare a entrare nella piega tattica dell’incontro.
BLOCCATELO. Cari signori questo è professionismo allo stato puro: di solito allenatori come lui scalano in fretta i gradini del calcio, per cui fossi il presidente Spinelli, il suo socio Romano e quindi anche il ds Facci, già prima di aprile cercherei di fargli mettere nero su bianco.
PATRIMONIO. Intanto il Livorno va. Quasi in scioltezza. E così deve continuare a fare, partita dopo partita, proprio come chiede Sottil, senza farsi condizionare, senza guardare chi insegue, senza più farsi risucchiare dal gorgo delle polemiche; pensando solo a se stesso e a come fare per imparare a mettere, ad ogni incontro, almeno la metà delle occasioni da rete in cassaforte. Poi alla fine vedremo. Altro che derby del silenzio e dei Massimi sistemi (sbagliati).
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