Una pessima idea è balenata nella mente di una 25enne cittadina livornese che, per ottenere la scarcerazione del compagno tunisino, in carcere in attesa di giudizio, ha presentato al Tribunale di Livorno una dichiarazione di ospitalità presso la propria abitazione allegando due false buste paga, allo scopo di far credere di essere nelle condizioni di poter provvedere al sostentamento proprio e del compagno. Purtroppo per la giovane, il Tribunale ha inviato il carteggio ai militari del Comando Provinciale di Livorno della Guardia di Finanza, anche per la verifica dell’idoneità dell’abitazione proposta per la detenzione domiciliare. Visionata l’istanza, sono insorti nei militari forti sospetti circa la genuinità delle due buste paga, intestate ad una società operante a Livorno nel settore delle pulizie. Dai primi accertamenti è emerso, infatti, che i codici INPS ed INAIL riportati nei due cedolini non coincidevano con quelli della società. Definitiva conferma della falsità è stata poi ottenuta a seguito di ulteriori approfondimenti presso l’impresa indicata come datrice di lavoro (risultata del tutto estranea ai fatti), il cui amministratore ha confermato di non aver mai assunto la donna, che neppure conosceva. All’esito delle indagini, quest’ultima è stata denunciata a piede libero per false attestazioni a Pubblico Ufficiale su qualità personali ed il compagno dovrà, molto probabilmente, attendere il giudizio in carcere.
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