Di Sandro Lulli >>> Sono tra quelli che pensano che le lunghe soste di campionato vadano bene solo per chi deve schiarirsi le idee o tirare il fiato: un po’ come quando suona il gong e sul ring può rifiatare (e schiarirsi le idee) chi le sta prendendo. Ma il Livorno aveva poco da rifiatare: il motore girava bene, benissimo: si vide anche a Gavorrano. E così dopo le feste zac: s’è bloccato Maiorino, proprio a pochi giorni da questa sfida a Lucca, che ritengo fondamentale per rimettere le distanze in classifica a posto, dopo i successi di Viterbese e Siena.
PECCATO. Così al Porta Elisa non ci sarà il fantasista che prima della sosta aveva messo in porta quattro palloni nelle ultime tre partite (doppietta anche col Piacenza) e se permettete non è poco. Lo abbiamo perso nel momento in cui aveva trovato condizione e senso della posizione. E anche morale, spazzando quel po’ di scetticismo che aveva fatto alzare con prestazioni non da lui. Il Livorno ha i cambi, d’accordo, si sa; si sa anche che purtroppo le defezioni devono essere messe in preventivo, tuttavia Maio-gol – senza questo stiramento – avrebbe fatto comodo e intimorito ancor di più i rossoneri che il tecnico Giovanni Lopez vuol schierare con una sola punta e un mare di centrocampisti.
MUSO DURO. E allora? Allora il Livorno si dovrà rimboccare le maniche come facevano gli amaranto degli Anni ’30-‘ 40 quando a Villa Chayes suonavano le campane di San Iacopo e partiva la battaglia. Già, perché battaglia sarà. Sarà battaglia agonistica, intensa: chi pensa diversamente sbaglia. Il tecnico Lopez, giustamente, si giocherà le sue carte chiedendo una gara tirata. “ Se proprio dovremo perdere – ha detto – lo dovremo fare nel modo che conosce la Lucchese, cioè lottando e sudando dall’inizio alla fine. Sicuramente non stenderemo un tappeto rosso sotto i piedi della capolista..”.
OCCHIO. Quindi, ragazzi attenti soprattutto ai falli duri e alle provocazioni: non cadete nei tranelli di una formazione che – lo capisco anche – dovrà fare di tutto per ridurre il gap dalla capolista.
Quindi per il Livorno sarà importante entrare subito in partita, difendersi alto, evitare il più possibile mischie nella propria area e non abbassare mai il ritmo.
RENZO MELANI. Vedete, quando penso a Lucca, mi vengono in mente Renzo Melani, il tecnico astuto che nell’83-84 ci riportò in C1 e due anni dopo si ripetè con la Lucchese. E in maglia rossonera portò anche Walter Casarotto, terzino tosto, e il mediano Fabrizio De Poli, veneto di Tombolo. Ma in rossonero ci andò, facendo faville, anche Tano Salvi che in maglia amaranto avevo ribattezzato Salvinho per la sua bravura nei dribbling. E prima c’era stato Massimo Spigoni, altro trequartista fantasioso e anche l’ala Stefano Brondi e pure Ciardelli. E al Porta Elisa si consegnò alla storia persino Eupremio Carruezzo che laggiù diventò il secondo marcatore di tutti i tempi con 70 gol in 132 partite. E pensare che molti, molti anni prima il mitico livornese Ugo Conti s’era fatto apprezzare in rossonero con 62 reti in 97 gare: terzo nella storia. Al Porta Elisa scesero anche il mediano Piero Ribechini (i tifosi più anziani lo ricorderanno) e pure Mario Del Cittadino e persino Emilio Gratton che dopo Livorno giocò due stagioni in rossonero. In epoca moderna poi è stata la volta di Alberto Francesconi a Livorno in Eccellenza e poi prima e dopo a Lucca. Ma questa è storia, questi sono ricordi belli da fare tra amici.
Questa a Lucca è un’altra tesi di laurea, forse più difficile della recente trasferta a Carrara, perché la Carrarese gioca più aperta: qui si vedrà più la categoria, meno gioco, più grinta. Qui si dovrà vedere il Livorno che sa adattarsi a tutti i palcoscenici e a tutte le parti che impone questo campionato difficile. E quindi, mi raccomando: rimboccatevi le maniche. Poi il resto verrà da sé.
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