“Il Popolo della Famiglia apprende con sgomento la sentenza del Tribunale di Livorno che riconosce la barbarie dell’utero in affitto e la conseguente adozione dei bambini da parte delle coppie gay. Nonostante la legge italiana vieti in modo chiaro l’utero in affitto, dobbiamo prendere atto della ennesima sentenza di un tribunale evidentemente contra legem”. Queste le parole di Claudio Ademollo, coordinatore regionale Toscana e capolista del Popolo della Famiglia nel collegio senatoriale plurinominale Toscana 2 che ricomprende anche la città di Livorno.
“Ancora una volta si mistifica il concetto di superiore interesse del minore per giustificare capricci o desideri e farli assurgere al rango di diritto calpestando i diritti dei soggetti più deboli ed indifesi, i bambini, il primo dei quali è avere un padre e una madre, lo scandalo dell’utero in affitto è un reato che va perseguito dalla magistratura. Il Popolo della Famiglia è in campo per invertire nettamente la rotta” ha affermato ancora Claudio Ademollo.
“La sentenza del Tribunale di Livorno è non solo sovversiva della legge italiana attuale, ma si pone anche in contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale 272 del 2017 che riconosce espressamente la considerazione dell’elevato grado di disvalore che il nostro ordinamento riconnette alla surrogazione di maternità, vietata da apposita disposizione penale. Pertanto, in ossequio al dettato della Corte Costituzionale, ci aspettiamo che la Procura della Repubblica di Livorno proponga appello avverso questa sciagurata decisione” ha aggiunto Fabrizio Dellepiane, avvocato e capolista nel collegio Pisa Livorno Poggibonsi.
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