Non è un periodo semplice per il Bitcoin, in particolare, e per il mondo delle criptovalute, in generale. Dopo un 2017 che definire miracoloso non è eccessivo, si calcola che il BTC abbia incrementato, in un anno, il suo valore delle 743%, gli ultimi due mesi non sono certo stati positivi, se si considera che a metà dicembre valeva 19.000 Dollari e l’ultima quotazione di oggi è di poco superiore agli 8.300 Dollari. Da aggiungere, inoltre, che nei giorni scorsi ha sfondato la catastrofica soglia di 6000 Dollari, bruciando più di 550 miliardi di Dollari della sua capitalizzazione e gettando nel panico anche gli investitori più scaltri.
Solo nelle ultime ore si è interrotta la picchiata lungo la quale le quotazioni delle altcoin stavano precipitando, anche a causa di chi, spaventato, ha venduto la maggior parte del suo “criptocapitale” nel tentativo di salvare il salvabile. Chi ha resistito, o chi ha approfittato del crollo per acquistare, ora può cominciare a sperare che l’inversione di rotta registrata venga confermata anche nei prossimi giorni.
Gli esperti del settore sono pronti a scommettere su una ripresa delle quotazioni che permetterà di superare la soglia dei 20.000 Dollari toccati a fine dell’anno scorso; addirittura c’è chi prevede che si possano superare i 50.000 Dollari entro la fine del 2018.
A dire il vero, però, sono altre le criptomonete su cui sembrano puntare le grandi aziende e che sono, dunque, le più accreditate per un futuro di successo.
In testa a tutte troviamo Ripple, la “moneta” che fino a non molto tempo fa nessuno conosceva, ma che ha fatto in fretta a diventare la preferita dalle banche. Si consideri che in un anno il Ripple è passato dai 0,006 Dollari iniziali ai 3 Dollari di dicembre e oggi è attestato a quasi 0,9 Dollari, con un incremento del 12.336% nell’ultimo anno.
Sono numerosi gli accordi che Ripple ha firmato con importanti entità del mondo della finanza, come quelli con MoneyGram e American Express, per il servizio di trasferimento del denaro, e quello con Santander UK, per il rilascio di un’App che permetterà ai clienti di pagare utilizzando direttamente il Ripple opportunamente convertito; e parliamo solo dell’Occidente, perché sono più di 30 le partnership siglate con istituti dell’area asiatica.
È evidente che più alto è l’interesse delle aziende nei confronti di determinate criptomonete più alto è anche il livello di legittimazione delle stesse, soprattutto da quando è stata messa in luce la poco lusinghiera debolezza del Bitcoin, ossia che possa essere utilizzato per attività di riciclaggio di denaro illecito, se non addirittura per operazioni di finanziamento del terrorismo internazionale.
In questo panorama appare chiaro che investire in Ripple appare oggi più sicuro se si desidera avventurarsi nel volatile criptomondo, oggi sempre più presente nei portafogli di investimento nostrani.
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