Di Sandro Lulli >>>>> La rinascita del Livorno in due mosse, anzi tre. O meglio, in due “bombe”, anzi tre, perché c’è anche quella provvidenziale di Igor.
La prima: Aldo Spinelli irrompe sulla scena amaranto dopo mesi di silenzio e (quasi) inoperatività e licenzia il tecnico Andrea Sottil a poche ore dal derby col Siena, mostrando un coraggio leonino come solo lui può avere.
La seconda: è quella – vera e propria e provvidenziale – fatta scoppiare dai ragazzi sotto la curva Nord ad avvio di ripresa del derby col Siena che ha scosso tutti, anche e soprattutto la squadra, pochi minuti prima che il Livorno, con Valiani, traducesse in rete un’azione che per lucidità, velocità e precisione è etichettabile da serie A. Una esplosione tanto improvvisa e inaspettata quanto utile a livello psicologico. Da quel momento, e non è un caso, il Livorno è…tornato in sé.
La terza: a dare fuoco alla miccia è stato il Principe Igor nell’ambito della sua conferenza stampa di ieri dove ha annunciato l’intenzione di voler restare accanto alla squadra, vicino ai ragazzi, soprattutto spalla a spalla con il nuovo tecnico Luciano Foschi, uno che ha veramente mostrato amicizia, affetto e stima nei suoi confronti, dedicandogli addirittura il successo col Siena. Igor Protti è importante, determinante. Avrà ancora più spazio e potere col nuovo assetto. Posso aggiungere questo: ho parlato con Spinelli. Il presidente a Igor dirà che ha facoltà di parlare e dare consigli più di quanto non abbia fatto sinora per paura di calpestare un orto non suo. Insomma, fiducia incondizionata da parte di Sciu Aldo nei confronti di Igor. Con Elio Signorelli – ormai nel pieno della maturità – non ci saranno problemi di convivenza. Quindi si riparte verso Viterbo col motore veramente a pieni giri.
SVOLTA. E’ tattica, prima ancora che psicologica. Luciano Foschi ha costruito un centrocampo vero (dando le chiavi della regia a Giandonato), che accorcia e protegge la difesa. Ha consentito a Luci di sfruttare tutti i cavalli del motore e a Valiani di fare altrettanto ma evitando di sprecare energie: entrambi sono stati strepitosi. Giandonato ha mostrato idee e classe: andrà incoraggiato e farà sempre meglio.
IN RITARDO. Sottotono, per lunghissimi tratti, i due esterni d’attacco, Maiolino e Murillo. Giocando ritroveranno se stessi. Maiorino ha inventiva e tiro da fuori e sa battere le punizioni, ma la squadra deve guadagnarne di più dal limite. Murillo ha buoni colpi ma deve stare più nel vivo, fare cose più semplici e mostrare maggiore affiatamento con Vantaggiato (ormai in piena forma).
MUSO DURO. Il Livorno non aveva mai vinto per 1-0. Lo ha fatto contro un signor Siena (peraltro abituato a vincere col minimo scarto). Questo significa che con la nuova impostazione gli amaranto hanno imparato a mostrare i denti: i campionati si vincono anche incassando poco e difendendo una rete. Con Sottil non accadeva. Un noto personaggio del calcio una volta disse: “Gli attaccanti fanno vincere le partite, i difensori i campionati”.
I CAMBI. Foschi li ha presi tutti, ma proprio tutti. Ha fatto bene a quel punto ( si era attorno al 56’) a togliere Giandonato a favore di un Bruno che in effetti ha fatto sentire peso e esperienza quando c’era da fare argine centrale col Siena che si giocava il tutto per tutto. Altrettanto bene a inserire Perez (per Murillo) e Doumbia (per Maiorino) anche se quest’ultimo non è stato capace di metterla sulla corsa e favorire il contropiede. Logico richiamare Franco spremuto per Bresciani e altrettanto logico dare spazio a Borghese per il dolorante Pirrello. Bravissimo, Foschi, se si considera che era in amaranto da due giorni.
ECCESSO. Di Foschi non mi è piaciuto il suo eccesso di gentilezza alla fine della partita quando è andato a stringere la mano a tutti i giocatori del Siena e al loro tecnico Mignani mentre i suoi erano a festeggiare sotto la curva Nord. Rispetto per tutti sempre, ma così è esagerazione. Mai vista una cosa del genere.
FUORI LUOGO. La frase di Andrea Sottil (“se fossi rimasto sarei andato in serie B”) non mi è piaciuta. Ma per niente. Il tecnico pensi, nel girone di ritorno, alle sconfitte con Alessandria, Pontedera, Cuneo e soprattutto Piacenza e anche ai pareggi di Lucca e Pistoia: la sua ormai era una media da salvezza risicata. La squadra non aveva più un gioco. Gli avversari da mesi avevano preso le misure al suo schema. Sottil ha dimostrato di non avere né fantasia né freddezza e soprattutto di conoscere uno solo modulo di gioco dove non c’era traccia di filtro per la difesa e di manovre in verticale. Quindi quel “sarei andato in B” avrebbe fatto meglio a pensarlo, liberissimo di farlo, ma senza dirlo.
SOLO AL COMANDO. Spinelli è nuovamente solo. E da solo ha sempre fatto le cose migliori. Se il dg Nicola Pecini non rientrerà Sciù Aldo riavrà il 20% delle quote del manager. E considerate che anche il vice presidente Marco Arturo Romano – aldilà di ciò che va dicendo – mai ha acquistato il cosiddetto 28% e mai lo farà perché dovrebbe provvedere anche alla ricapitalizzazione che paga sempre e soltanto Aldo Spinelli. Per cui presto rivedremo Silvano Siri al fianco di Sciu Aldo magari alla prossima in casa, contro il Monza. Avanti così, come da 19 anni. Poi sarà quel sarà.
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