Una città che si è illuminata per ribadire un diritto: che di lavoro non si debba più morire. Erano oltre 1000 le persone che si sono radunate in piazza della Repubblica a Livorno per partecipare alla fiaccolata in memoria dei due operai morti ieri nell’esplosione di un silo. La fiaccolata, promossa da Cgil, Cisl e Uil, ha visto la partecipazione del sindaco Filippo Nogarin e di molti esponenti della Giunta, oltre al presidente del consiglio comunale Daniele Esposito, una delegazione del PD di Livorno e del PD regionale, alcuni consiglieri, la Federazione di Sinistra Italiana e il Circolo Territoriale Sinistra Italiana di Livorno Collesalvetti. Durante il corteo sono stati portati anche il Gonfalone del Comune di Livorno listato a lutto e quello della regione Toscana. Oltre mille candele accese per ricordare due vittime del lavoro, per chiedere di affrontare in modo serio il problema della sicurezza. E mentre ancora si asciugano le lacrime e ci si interroga sulle cause, un’altra tragedia ‘bianca’ è accaduta oggi qualche centinaia di km da Livorno, nel Mugello, dove un operaio di 52 anni è caduto da un traliccio morendo sul colpo. Sono molti i messaggi di cordoglio provenienti dal mondo della politica e anche delle associazioni, ma sono altrettanti i messaggi di rabbia perché morire di lavoro è davvero “intollerabile”, usando le parole di oggi del Presidente della Repubblica Mattarella. Intanto sulla questione è intervenuto anche il presidente Enrico Rossi che ha detto di “non tollerare che al porto di Livorno persistano problemi nell’ambito dell’organizzazione della sicurezza dei lavoratori” concludendo con la necessità di “tornare a stringere una vite che si è allentata troppo”.
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