“Se vogliamo rilanciare l’occupazione nelle aree di crisi complessa, in particolare a Livorno, è indispensabile investire nelle politiche attive come i lavori di pubblica utilità (LPU), che negli ultimi due anni la Regione sembra aver abbandonato. È necessario recuperare questa esperienza virtuosa ed è fondamentale investirci con sempre maggior coraggio e determinazione”.
È un appello accorato quello lanciato dall’assessore alle attività produttive del Comune di Livorno, Francesca Martini, e dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti.
Un appello lanciato all’indirizzo della Regione Toscana nel corso della conferenza stampa congiunta che si è tenuta nella mattina di ieri, giovedì 28 giugno, nel Palazzo Municipale di Livorno, presenti anche alcune lavoratrici LPU che stanno svolgendo attività presso gli uffici del Comune.
La consigliera Galletti ha presentato una mozione in Consiglio regionale che impegna la giunta a predisporre un nuovo bando per i lavori di pubblica utilità, che potrà essere finanziato all’80% attraverso il Fondo sociale europeo del settennato 2014-2020.
“Negli scorsi anni la Regione ha puntato con coraggio su questa misura che ha dato risultati importanti – spiega Galletti – e che permetteva a persone disoccupate e senza alcuna forma di ammortizzatore sociale di rimettersi in gioco e svolgere un lavoro fondamentale per la collettività. Ormai, però, è dal 2016 che non si fa più un bando e allora mi chiedo: che senso ha rinunciare a una misura che funziona?”.
Galletti e Martini chiedono dunque alla Regione un rinnovato impegno, ma anche un cambio di passo nelle modalità di finanziamento.
“Nel 2015 – spiega Martini – la Regione ha messo sul piatto 300mila euro e noi come Comune di Livorno, insieme ad altri enti pubblici, siamo riusciti a impiegare ben 66 lavoratori di pubblica utilità, che si sono occupati di valorizzazione del patrimonio pubblico urbano, manutenzione parchi, riorganizzazione e digitalizzazione degli archivi e arretrati e manutenzione via dell’acqua. L’anno successivo i fondi a disposizione sono saliti a 3 milioni, ma a causa dei limiti assuntivi imposti dalla Madia non abbiamo potuto impiegare più di 28 persone in un anno che si sono occupate principalmente di riordinare gli archivi del Comune. Ora che i paletti imposti dalla legge nazionale sono caduti, è fondamentale ripristinare questa misura”.
Che a questo punto, sostengono Martini e Galletti, dovrà essere finanziata per almeno l’80% con fondi regionali, in modo da non pesare sulle economie degli enti locali chiamati in questi anni a sobbarcarsi la maggior parte dei costi.
“Gli ultimi dati diffusi da Irpet – conclude Galletti – hanno certificato che la ripresa in Toscana è debole perché sulla costa si registra una carenza occupazionale ancora preoccupante. Se il presidente Rossi vuole davvero lasciarsi alle spalle una Toscana a due velocità, è indispensabile che investa nelle politiche attive del lavoro. Inseguire le crisi industriali, peraltro sempre dopo che sono scoppiate, non ha alcun senso. Investire fondi pubblici per creare nuovi posti di lavoro è la misura anticiclica di cui la costa ha bisogno. Questo si che sarebbe un modo intelligente di spendere i soldi dei cittadini”.
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