di Sandro Lulli >>>> E alle cinque della sera quell’abbraccio spontaneo, insistito e liberatorio tra i due uomini che hanno fatto la storia luminosa amaranto degli ultimi vent’anni ha toccato il cuore, emozionato, fatto commuovere. Sono stati venti secondi avvinghiati, Cristiano Lucarelli e Igor Protti, al termine della battaglia perché tale è stata, contro l’Ascoli. E guardate che sono lunghi venti secondi: ma tanto ci voleva per scaricare rabbia e frustrazioni, stress e incubi, maldicenze e critiche cattive, perché erano otto partite che la maledizione ci prendeva alla gola, ci impediva di gioire, soprattutto annientava il morale, offuscava le certezze, spalancava la porta alle polemiche e ai sabotatori di professione.
Un assist da sinistra, Raicevic, motivatissimo e ispirato, che gira al volo di sinistro al tramontare del primo tempo ed ecco la svolta. Svolta che non ci sarebbe stata senza tre paratone di un Mazzoni tentacolare, senza un Diamanti incontenibile, ma anche senza l’onnipresenza di Bruno e Valiani, senza la partita puntigliosa di Dainelli e soprattutto di Gonnelli e Gasbarro che hanno dovuto coprire un Maicon spaesato e pericoloso nel suo muoversi da sonnambulo (tant’è che poi Lucarelli ha rilanciato il solido Pedrelli).
Eccola la prima vittoria, il primo vagito del nuovo Livorno che ha stentato a nascere e lo ha fatto all’ottava partita, quando ormai non poteva più restare incompiuto, o perlomeno non poteva più restare negli appunti del suo tecnico: doveva uscire dal block notes di Cristiano e mostrare di aver capito come si fa a camminare nella savana della serie B senza essere sbranati, feriti o uccisi, rincorsi o braccati. Per fare tutto ciò si deve ragionare senza mai perdere lucidità e battersi senza paura. Questo ha fatto il Livorno che mica ha risolto tutti i suoi problemi, come infatti e giustamente ha tenuto a sottolineare Cristiano Lucarelli, però è stato capace di segnare (e creare almeno altre tre palle gol) e difendersi; difendere il vantaggio. Difendere i tre punti. Difendere con orgoglio la dignità e la possibilità di iniziare quel percorso che vedevamo lì a un passo _ quante volte il tecnico ha dovuto ripetere che eravamo vicini a sbloccarci e lo vedevano anche noi _ ma poi per un motivo o l’altro non riusciva mai a farlo.
E allora quell’abbraccio, Igor che va verso Cristiano: venti secondi abbracciati, mentre in curva Nord sventolava _ già dall’inizio della partita _ quello striscione bianco che recitava: “Sempre con Cristiano”. E CL99 l’ha visto, so che si è commosso perché nel giorno in cui si giocava un altro pezzo di cuore ha capito che non sarà mai solo. Dai ragazzi si riparte. Chi pensava _ o si aspettava _ un Livorno spacciato stanotte dormirà male e anche un’ora di più con l’ora legale. Da domattina una nuova alba illuminerà il cammino amaranto. Perché qui c’è da inseguire la salvezza ma anche avviare un ciclo. Con Cristiano e Igor il nostro passato ma anche il presente e soprattutto il futuro.
foto: Riccardo Repetti – pentafoto –
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