Di seguito il discorso del sindaco, Filippo Nogarin, in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno.
“Buongiorno a tutte e tutti, e bentornati nella sala delle cerimonie di Palazzo civico.
Comincio subito col darvi una notizia di quelle importanti, cosa che durante la conferenza stampa di fine anno non avviene quasi mai. Due giorni fa Aamps ha concluso con 3 anni di anticipo sulla tabella di marcia il pagamento della seconda classe dei creditori. E questo significa che mancano all’appello solo le banche. Tutti i piccoli e grandi fornitori, gli artigiani, le cooperative, le aziende di servizi sono stati invece saldati e hanno recuperato in media l’83% dei loro crediti. Stiamo parlando di 15 milioni di euro reintrodotti nell’economia reale a tempo record.
Un capolavoro gestionale che segna la fine di un percorso lungo e faticoso che ha visto anche qualche spiacevole episodio tra 2015 e 2016. Vi ricordate tutti le aggressioni verbali e non solo che hanno subito i consiglieri comunali di maggioranza per la loro scelta di portare Aamps in concordato. Gli operai erano spaventati e questo è legittimo, ma mi auguro che, oggi, tutti quelli che prevedevano disastri per l’azienda e i lavoratori abbiano l’onestà di chiedere scusa. Non a me, ma alla città.
E colgo l’occasione per ringraziare i componenti della maggioranza per il sacrificio e l’impegno di quei giorni e non soltanto: se oggi siamo qui a raccontare quanto abbiamo fatto di buono e quanto faremo ancora, è anche grazie a loro.
Ma torniamo alla conferenza stampa.
Ciò che abbiamo fatto quest’anno è stato costruire il Sistema Livorno. Un sistema capace di rendere la nostra città più bella, più giusta e più sicura.
Lo abbiamo fatto, per prima cosa, adottando un piano strutturale che non esito a definire rivoluzionario.
Un piano industriale che impedisce l’espansione indiscriminata della città, tutela le aree di pregio paesaggistico, identifica nei quartieri nord le zone in cui accogliere nuove attività produttive, valorizza la fascia collinare e ridisegna l’assetto della mobilità cittadina, liberando il lungomare e concentrando il traffico lungo l’Aurelia.
Un piano atteso da 20 anni che pone fine alla stagione delle varianti urbanistiche, che tanto male hanno fatto alla nostra città.
La portata storica di questo piano, i cittadini la comprenderanno nel corso dei prossimi anni, quando vedranno crescere una Livorno diversa. Finalmente!
Ma il Sistema Livorno è un sistema fatto di tessere, proprio come un mosaico.
La prima tessera è un piano di investimenti pubblici da 84 milioni di euro in tre anni, approvato a fine 2016, e che si concretizzerà proprio tra 2018 e 2019.
La seconda sono i progetti di valorizzazione delle bellezze monumentali, artistiche e paesaggistiche della città, capaci di stregare livornesi e turisti.
La terza è la politica di incentivo all’uso dei mezzi pubblici, a scapito delle automobili private, e di conversione di un servizio di raccolta e smaltimento rifiuti fallimentare, in un modello di gestione capace di portare Livorno tra le città più virtuose della Toscana per quanto riguarda la differenziata.
Non solo.
Per creare il sistema Livorno abbiamo anche dovuto condurre una battaglia senza precedenti contro i privilegi che la vecchia politica ha concesso a centinaia di persone che per troppo tempo hanno potuto sfruttare i servizi offerti dal Comune senza averne alcun diritto.
Abbiamo finanziato un piano di investimenti da tre milioni di euro per implementare la sicurezza delle nostre scuole, raccolto due milioni di euro di incentivi per le imprese che intendono insediarsi sul nostro territorio e creato una rete di associazioni, centri commerciali naturali, comitati di quartiere e singoli cittadini, pronti a mettersi in gioco per rendere Livorno ogni giorno più viva e vitale.
Anche a loro va il nostro e il mio più caloroso ringraziamento.
Abbiamo ascoltato le critiche costruttive e corretto i progetti in corsa, senza mai inseguire il consenso immediato. Ma Livorno aveva e continua ad aver bisogno di una scossa.
Ha bisogno di qualcuno che abbia a cuore l’interesse generale e non i troppi interessi particolari, che per decenni hanno condizionato la politica cittadina, finendo per frenare lo sviluppo della città dal punto di vista della mobilità, della sostenibilità ambientale, della promozione culturale e della difesa del suolo.
E qui apro una piccola parentesi relativa agli interventi che come Comune abbiamo fatto dal 10 settembre 2017 ad oggi per rimettere in sicurezza le aree della città colpite dall’alluvione. Su 30 interventi programmati, 28 si sono conclusi, e gli ultimi due termineranno entro marzo. Tra questi l’intervento in piazza delle Carrozze, con lo stombamento del rio Stringaio che un anno e mezzo fa ha determinato l’allagamento dell’intera zona e ha messo in ginocchio alcuni piccoli imprenditori che, lo dico senza timori di smentita, nei mesi successivi al disastro sono stati abbandonati dallo Stato. Noi abbiamo cercato di stare loro vicino e abbiamo condotto una battaglia costante per garantire un ristoro adeguato alle famiglie e ai titolari di attività produttive.
La risposta che abbiamo avuto dalla Regione è stata decisa e puntuale, ma lo stesso non si può dire del governo, in particolare quello precedente. Ma ci aspettiamo qualche sorpresa positiva in legge di bilancio.
Anche perché abbiamo un’opportunità importante: il governo aveva messo sul piatto 12,2 milioni di euro come risarcimento alle imprese e ai cittadini colpiti dall’alluvione. Alla fine sono stati riconosciuti loro poco più di 4 milioni, mentre alle attività economiche circa 3 milioni. Avanzano 5 milioni e noi faremo di tutto affinché il governo ci garantisca che queste risorse restino sul territorio, magari per finanziare gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico.
Veniamo ora al Sistema Livorno vero e proprio.
Un sistema studiato per favorire la rinascita economica, culturale e anche sociale di Livorno attraverso la riscoperta e la promozione delle sue incredibili bellezze.
Grazie a un piano di investimenti da decine di milioni di euro, entro i prossimi sei mesi i cittadini di Livorno vedranno riaprire il parco di Villa Corridi, vedranno sorgere due nuove aree verdi, avranno a disposizione altre cinque nuove piazze pedonali e 11 aree gioco per bambini, tra cui quelle stupende vista mare alla Terrazza Mascagni e alla Rotonda di Ardenza.
Ma non solo.
Il 2019 sarà l’anno in cui partiranno i lavori di riqualificazione sia di piazza Dante, che dei portici di via Grande. Si concluderanno gli interventi di restauro della Terrazza Mascagni e, me lo auguro di cuore, verrà finalmente cofinanziato dallo Stato il progetto di ristrutturazione della sala della mescita delle Terme del Corallo.
In questo percorso di valorizzazione dei nostri beni monumentali, che ci ha visto finanziare direttamente il recupero di porta San Marco e la facciata di Villa Mimbelli, siamo riusciti a coinvolgere in maniera sempre più attiva alcune associazioni del territorio, con cui abbiamo lavorato per il restauro del Canapone e del Pescatoreb e altre con cui collaboreremo per la valorizzazione dell’importante statua del Villano e delle Terme del Corallo.
E a questo proposito abbiamo voluto imporre una svolta al modo di concepire la mobilità in città. Nel 1982 la costruzione del cavalcavia delle Terme del Corallo ha stabilito il primato dell’automobile sulla persona. Delle quattro ruote sui due piedi. Della velocità sulla bellezza.
Da quel momento le piazze sono state considerate posteggi e le strade circuiti da formula uno. Col risultato che, sia di giorno che di notte, le automobili sostano una sopra l’altra persino nelle zone pedonali o nelle ztl, e il numero di incidenti è tra i più alti d’Italia, specie su alcune strade come il viale Italia, anche se stiamo registrando qualche significativo miglioramento.
Ecco, sulla mobilità noi abbiamo voluto invertire la tendenza. Dal 2016 i permessi di sosta in centro si sono ridotti di oltre il 14%. Per contro è stato potenziato il servizio di autobus, riportato a Livorno il bikesharing, istituito un servizio di bus taxi e dal prossimo anno debutteranno il car sharing elettrico e verrà avviata una sperimentazione per l’utilizzo di un altro mezzo di locomozione ecosostenibile, che potrebbe rendere Livorno unica nel panorama europeo.
Pensate che quest’anno sono stati effettuati oltre 14mila viaggi utilizzando mezzi alternativi sia all’auto privata o al motorino, che agli autobus.
E questo significa minori emissioni di CO2 nell’aria, un servizio ancor più mirato alle esigenze di ogni singolo cittadino e un risparmio notevole per l’amministrazione.
Provo a spiegarmi. Prendiamo la Linea 14. Una linea sottoutilizzata che alla fine è stata soppressa.
Bene, quella linea del bus ci costava circa 1500 euro al giorno. Il taxi sostitutivo, utilizzato dalla stessa quantità di persone, costa alle casse comunali circa 250 euro al giorno.
La nostra intenzione è dunque quella di proseguire in questa direzione, incentivando l’uso dei mezzi pubblici, creando percorsi preferenziali, estendendo le aree pedonali e restituendo Livorno ai cittadini, a coloro che la amano e la vogliono vivere nel migliore dei modi, e non alle loro automobili.
Una politica in difesa del nostro ambiente, che dal prossimo anno si arricchirà ulteriormente grazie a un progetto unico in Italia che renderà Livorno un modello su scala nazionale. È il progetto smart city, che ci consentirà di sostituire tutti i punti luce del nostro Comune, collegandoli a 200 centraline intelligenti che diranno ai lampioni quando accendersi, quando spegnersi e quanta luce fare a seconda delle ore del giorno e della notte. E il risultato lo vedete in questi numeri.
L’esigenza di riprenderci ciò che di bello Livorno ha da offrire è dettata prima di tutto da una prospettiva occupazionale. Ogni euro investito in cultura e turismo infatti ha un moltiplicatore che oscilla tra l’1,49 e l’1,7 per cento. Il che significa che il mezzo milione di euro versato dai turisti nel 2018 sotto forma di tassa di soggiorno è ben poca cosa rispetto alle reali ricadute occupazionali rappresentate da un settore che conta oltre 800mila sbarchi l’anno solo dalle navi da crociera.
Per sfruttare appieno questa risorsa però è necessaria una sinergia tra le istituzioni, il mondo della cultura, il mondo dello sport e quello del commercio.
Non si può pensare che l’onere sia tutto sulle spalle del l’amministrazione. Serve un impegno da parte degli attori economici della città, che purtroppo in alcuni casi è mancato.
Penso al caso di piazza Garibaldi: l’amministrazione, i residenti, la Confesercenti e alcuni commercianti si sono fatti in quattro per rilanciare la piazza e metterla in sicurezza insieme alle forze dell’ordine, ma non basta. Il palco non è stato sfruttato come avrebbe potuto e la riqualificazione, per ora è solo parziale.
Penso alle aperture straordinarie del nuovo Museo della Città, con i visitatori impossibilitati anche solo ad andare a mangiare un panino perché di domenica in Venezia rimane sempre tutto chiuso.
Penso ai giorni di sbarco dei crocieristi, troppo spesso abbandonati al loro destino in una città che sembra sopportarli a fatica. Ecco. Qui serve un cambio di mentalità che non può essere calato dall’alto. Non può arrivare dall’amministrazione.
Abbiamo invece il dovere di creare tutti assieme momenti di bellezza, spettacolo e condivisione. E noi abbiamo provato a farlo valorizzando il teatro Goldoni e lasciando le mani libere a uno staff che ha incominciato ad innovare. Un esempio su tutti? Scenari di Quartiere che quest’estate ha riempito piazze e cortili della città e fatto innamorare i livornesi.
Con la cultura dunque si mangia eccome…e si potrebbe mangiare anche di più.
Ma ciò che chiedono cittadini e imprenditori all’amministrazione è anche e soprattutto di offrire servizi accessibili, all’avanguardia e ridurre gli adempimenti burocratici.
L’amministrazione ha invece due compiti fondamentali: offrire servizi accessibili e all’avanguardia, riducendo la distanza con i cittadini, e togliere gli impedimenti burocratici agli imprenditori. In questi anni ci abbiamo provato creando una galassia di app per semplificare la vita ai livornesi che devono accedere ai servizi della pubblica amministrazione.
Lo abbiamo fatto creando punti anagrafe decentrati all’interno delle edicole.
Per le imprese e i professionisti, invece, abbiamo cancellato l’obbligo per le nuove attività produttive di fare la dichiarazione Tari, il che ci permette anche di dare una stretta contro gli evasori e i furbi; abbiamo dato tempi certi a chi presenta una pratica edilizia e abbiamo intercettato 2 milioni di euro di finanziamenti per l’insediamento di nuove imprese sul nostro territorio.
Ciò che invece l’amministrazione non può, né deve fare, è trasformarsi in un ammortizzatore sociale, chiamato a tenere in vita realtà non più sostenibili.
Penso ad esempio alle attività commerciali: a Livorno abbiamo le carte in regola per un rilancio, ma troppo spesso si preferisce piangersi addosso. I numeri ci dicono che la crisi ha colpito ma il saldo tra le attività che aprono e quelle che chiudono non è drammatico. Noi abbiamo lavorato per cancellare la concorrenza sleale dalle aree del centro, attraverso un’azione di contrasto all’abusivismo commerciale, e abbiamo rimesso in moto il mercato centrale attraverso eventi e aperture straordinarie. E i risultati si vedono.
Il compito che abbiamo, è quello di dare un aiuto concreto a chi ha bisogno davvero, eliminando le sacche di privilegio, e contrastando tutti quei furbetti che ancora resistono e che rappresentato un grave danno per i conti pubblici.
Grazie ai fondi recuperati nel 2019 saremo in grado di ridurre per il terzo anno consecutivo la Tari a imprese e cittadini e sostenere una spesa per il sociale che, lo dico sin da ora, nei prossimi anni passeremo attentamente al setaccio perché troppi numeri ancora non tornano.
Il 2018 è stato probabilmente l’ultimo anno della nostra sperimentazione del reddito di cittadinanza.
Livorno ha dimostrato di poter essere ancora un modello da imitare, anche su scala nazionale. Ciò che fa ancora più piacere, però, sono i due traguardi mai raggiunti prima sul fronte dell’emergenza abitativa: non solo siamo stati capaci di assegnare 216 case popolari nel 2018 contro le 105 del 2017, ma negli ultimissimi mesi abbiamo anche recuperato altri 18 alloggi, di cui due sottratti ad alcuni furbetti che li utilizzavano da decenni senza mai pagare il canone. Nessuno si era mai preso la briga di andare a colpire queste persone che fanno un danno enorme alla collettività.
Lo abbiamo cominciato a fare noi.
Così come saremo noi a cominciare e speriamo condurre in porto la demolizione e ricostruzione della Chiccaia. Entro la fine dell’anno avremo il progetto di demolizione. I fondi per le compensazioni sono disponibili, manca solo da definire qualche dettaglio con alcuni proprietari che vorrebbero un alloggio alternativo. La gara per l’assegnazione dei lavori di abbattimento sarà bandita non appena concluderemo questa procedura, sicuramente nei primi mesi del 2019.
Allo stesso tempo abbiamo incrementato i servizi dedicati ai cittadini diversamente abili. Guardate in questa grafica cosa abbiamo fatto solo negli ultimi due anni per rendere Livorno inclusiva. Un intervento senza precedenti e non solo a Livorno, anche se c’è qualcuno che preferisce sempre criticare, come se un sindaco o un assessore avessero la bacchetta magica. Ma mi sono abituato anche a questo.
La realtà è che noi stiamo investendo tanto nell’abbattimento delle barriere architettoniche e non solo. Molto più di ciò che accade in altre città della Toscana, compresa Firenze.
Anche in questo modo si costruisce una Livorno più equa, più giusta.
E una città più giusta è anche una città più sicura. Lo dice l’hashtag che abbiamo scelto per oggi. Noi pensiamo che la sicurezza sia una cosa seria. infatti abbiamo investito poco meno di un milione per creare un impianto di videosorveglianza che verrà attivato a primavera e avrà 151 occhi puntati su molte zone della città. Non solo. Abbiamo completato la ricognizione del Palazzo del Picchetto che – lo ricordo per tutti coloro che fanno finta di non saperlo – non è di nostra proprietà, e individuato le famiglie realmente bisognose di cui siamo pronti a farci carico. Abbiamo deciso di dare una stretta contro le aperture di nuove sale slot, siglando un protocollo di intesa con la questura affinché si rispetti la norma sulle distanze voluta anche dalla Regione. Una battaglia necessaria a sconfiggere anche la piaga della ludopatia, un lavoro che si accompagna a quello di educazione e prevenzione che stiamo facendo con il progetto Gioco Scaccia Gioco che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di giovani e giovanissimi livornesi.
Mi avvio al termine di questo intervento per ricordare alla città gli ultimi due risultati che abbiamo portato a casa, e che determineranno il futuro a breve e lungo periodo della nostra città.
Il primo è quello della riapertura della gara per l’assegnazione dei bacini di carenaggio. Giusto un anno fa avevo lanciato l’ennesimo appello all’autorità portuale, e finalmente qualche giorno fa la buona notizia è arrivata: il bacino galleggiante è stato ripristinato, e sono pronti a partire i lavori di smantellamento delle due gru che limitano l’attività del bacino in muratura, che è il secondo più grande del mediterraneo. E questo determinerà il riavvio del comparto delle riparazioni navali, con ricadute eccezionali sull’occupazione. Le stime, e ripeto sono stime, parlano di un delta di possibili nuovi occupati tra i 150 e i 400 in fase di picco dei lavori. E stiamo parlando di lavoro immediato, per i troppi operai rimasti orfani dopo la chiusura del Cantiere Orlando.
La seconda buona notizia è legata all’ospedale. Non è stato facile, ma abbiamo lavorato senza sosta per 4 anni e mezzo per raggiungere un accordo e convincere la Regione della bontà della nostra idea, quella cioè di lasciare in città l’ospedale della città. Scongiurando il rischio di costruire cattedrali nel deserto.
Questa sarà un’operazione che ci permetterà di non consumare ulteriore suolo, di recuperare un edificio abbandonato come quello dell’area ex Pirelli e aumentare i servizi ai cittadini a due passi dal centro.
Una vittoria dell’intera città. Una vittoria dell’interesse generale a scapito degli interessi particolari.
Nei prossimi mesi sigleremo il nuovo accordo di programma con la Regione e festeggeremo, ancora una volta come una squadra, insieme a tutti i cittadini.
Tutte queste tessere vanno a comporre un mosaico che ritrae la Livorno di domani. Una livorno più bella, più sicura e più giusta. E soprattutto, una città a misura d’uomo.
Buon natale, buon anno e … buona Livorno a tutti voi”.
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