Il sequestro dei reperti storici è stato possibile grazie ad una perquisizione mirata, avviata a seguito di segnalazioni.
Tenevano in casa reperti unici del primo secolo avanti Cristo dal valore inestimabile e li esponvano come oggetti di arredamento in salotto. I tre proprietari, residenti sul lungomare, sono stati denunciati, in concorso, dai finanzieri del Roan di Livorno al comando di Maurizio De Pierno, per “impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato” e “violazione in materia di ricerche archeologiche”.
L’operazione dei finanzieri a tutela del patrimonio archeologico, si è conclusa con il sequestro di otto reperti di pregevole valore storico-culturale. Il sequestro è stato possibile alla fine di una perquisizione mirata, effettuata sulla base dell’attività investigativa svolta a seguito di alcune segnalazioni, all’interno di un’abitazione privata della città. Le successive perizie tecniche, eseguite da personale della sovrintendenza Archeologica delle belle arti e del paesaggio, hanno permesso di appurare che i reperti, di valore economico non facilmente stimabile in ragione della loro peculiarità, risalgono al periodo compreso tra il primo ed il secondo secolo a.C. Le due anfore, una ‘Dressel 1’ e una ‘greco-italica’, utilizzate in antichità per il trasporto di grano, vino, olio ed altre merci a bordo di navi onerarie lungo le fiorenti rotte commerciali del ‘Mare Nostrum’, e il corredo funebre costituito da un piatto in terra sigillata, un bicchiere a pareti sottili, due olle di impasto, un’olpe e un altro piccolo vaso con parete superiore nera-rossastra, sono stati rinvenuti in ottimo stato di conservazione.
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