Tra il 2005 e il 2006 l’allora sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, ha firmato due lettere di patronage a garanzia di un mutuo da 15 milioni di euro, contratto da Aamps con il Banco Popolare di San Gimignano e San Prospero, facente parte del Banco Popolare di Verona e Novara, poi confluito nel gruppo Credem. E lo ha fatto senza che il Consiglio comunale ne fosse informato, come prevede la normativa.
Proprio in forza di queste lettere, il 30 novembre 2018 la banca ha citato in giudizio il Comune, chiedendo il riconoscimento di 817.121 euro, pari al 16% dell’intero importo mutuato non garantito dal piano di concordato in cui, nel frattempo, è finita l’azienda municipalizzata dei rifiuti. Una richiesta cui il Comune si è opposto con decisione, ritenendo nulle le due lettere di patronage che non risultano agli atti dell’amministrazione, né sono mai state iscritte a bilancio.
Per questo motivo, l’amministrazione comunale, a salvaguardia dei soldi dei cittadini, ha deciso di chiamare in causa, citandolo in giudizio, l’ex sindaco Cosimi che firmò le due lettere in modo completamente avulso da ogni procedura amministrativa.
“Quando ci siamo insediati – commenta il sindaco Nogarin – avevamo detto che avremmo aperto i cassetti della publica amministrazione per far emergere tutte le operazioni poco trasparenti. In questo caso però, si erano portati via persino il cassetto”.
“Non solo queste lettere di patronage firmate dall’ex sindaco non sono mai state autorizzate dal Consiglio comunale, così come prevede la legge, e dunque di fatto non hanno alcun valore – prosegue Nogarin -. Non solo non sono mai stati iscritti questi 14,5 milioni di euro a bilancio, così come avrebbe dovuto essere. Ma in tutto il Comune non c’è traccia degli originali di queste lettere, nonostante risultino protocollate. Noi siamo venuti a conoscenza della loro esistenza solo perché ce le ha fornite la banca che poi ci ha fatto causa”.
“Ma c’è di più – aggiunge il sindaco -. Depositato in tribunale abbiamo trovato un documento firmato dall’allora segretario generale supplente, Massimo Chimenti, che certifica la validità dell’operazione. Sei giorni più tardi lo stesso Chimenti firmerà il contratto di stipula del mutuo con la banca, ma stavolta nel ruolo di amministratore delegato di Aamps“.
“Questa – conclude Nogarin – è una vicenda molto triste e poco chiara, con i cittadini di Livorno chiamati a farsi garanti di un prestito di 14,5 milioni a loro insaputa. Una potenziale ricapitalizzazione mascherata che avrebbe dovuto essere approvata dal Consiglio comunale. Se non avessimo scelto la strada del concordato, questa vicenda non sarebbe nemmeno venuta a galla e il Comune si sarebbe trovato a dover far fronte a questa spesa enorme”.
LA CRONOLOGIA DEI FATTI
– Il 19 maggio 2005, l’allora sindaco Cosimi firma, senza passare dal Consiglio comunale, una lettera di patronage mettendo il Comune a garanzia di un mutuo da 10 milioni di euro contratto da Aamps con la banca.
– Il 17 giugno 2005, Massimo Chimenti, nelle vesti di segretario generale supplente, firma una nota indirizzata alla banca con la quale rassicura l’isituto di credito sulla validità della lettera di patronage.
– Il 23 giungo 2005 Massimo Chimenti, a quel punto divenuto amministratore delegato di Aamps, sigla il contratto di mutuo chirografario da 10 milioni di euro con la banca.
– Il 14 luglio 2006 il sindaco Cosimi firma, sempre senza passare dal Consiglio comunale, una seconda lettera di patronage con lo stesso istituto di credito, a garanzia di un mutuo da 4,5 milioni di euro.
– Il 15 dicembre 2006 Massimo Chimenti, ad di Aamps, sigla il nuovo contratto di mutuo da 4,5 milioni di euro
– Il 30 novembre 2018, il gruppo Credem, che con l’avvio della procedura di concordato preventivo in continuità è stato inserito tra i creditori chirografari di Aamps, beneficiando così di una soddisfazione del proprio credito pari all’84%, fa causa al Comune pretendendo il pagamento del restante 16%. Interessi compresi, si tratta di 817.121.
– Il 27 febbraio 2019, il Comune di Livorno si oppone alla richiesta di Credem.
– Il 22 marzo 2019, il Comune di Livorno invia un atto di citazione in giudizio all’ex sindaco Alessandro Cosimi.
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