Non poteva mancare una breve opinione del nostro collaboratore Sergio Nieri, in occasione della presentazione della Nuova Giunta Comunale targata Salvetti.
‘Allora Sergio, cosa ne pensi, tutto come nelle previsioni o c’è qualche elemento di novità?’
“Direi tutto nella norma, e se non fosse stato così Salvetti non avrebbe potuto sbarcare a tempo di record in Consiglio Comunale. Il pacchetto era probabilmente pronto da tempo, si trattava di capire come il neo sindaco avrebbe ripartito le deleghe. In fondo si tratta di una “Giunta del Sindaco”, composta da personalità che hanno riscosso la fiducia personale di Salvetti. Per sua stessa ammissione non ci sono state estenuanti mediazioni sul nome di questo o di quella, nè il consueto gioco delle tre carte per creare delle filiere di potere a disposizione del Primo Cittadino rispetto ad Assessorati di mera rappresentanza. Lui stesso si è tenuto per sè tre deleghe ad un tempo “popolari” e strategiche, Protezione Civile, Sanità e Sport con le quali intende disintossicare questi tre comparti da ogni rischio di conflitto politico e di protagonismo (altrui)”.
‘Eppure non tutti gli Assessori hanno una significativa esperienza politica’.
“Vero, io stesso ho colto, sia pure a spanne, una certa linea di confine tra Assessorati di respiro istituzionale (come quello al Lavoro di Gianfranco Simoncini o le deleghe delle stesse Silvia Viviani all’Urbanistica e Territorio e Barbara Bonciani al Porto e Integrazione Porto Città) e incarichi di emanazione più squisitamente politica. Andrea Raspanti (Politiche Sociali) e Giovanna Cepparello (Mobilità e Gestione dei Rifiuti), reduci da una dura opposizione consiliare alla Giunta Nogarin, dovranno infatti interfacciarsi con le critiche più radicali alla gestione dei 5 Stelle su Rsa e sistema della sosta. Lo stesso Simone Lenzi alla Cultura è un politico per modo di dire, anche se spesso nel suo percorso personale ha incrociato le derive più o meno fortunate del Pd locale. Molto politico è invece Rocco Garufo, che in qualche modo ha voluto realizzare il credito maturato nel suo ruolo di tessitore della candidatura Salvetti, mentre non sono riuscito ad inquadrare la nomina della giovane renziana di Campiglia Marittima al Bilancio e alla gestione del Patrimonio”.
‘Salvetti ha voluto evidenziare una notevole discontinuità rispetto al metodo delle selezioni assessorili pubbliche a suo tempo promosse dai 5stelle’.
“Quella dei 5 Stelle fu una scelta che voleva fare “piazza pulita” delle cordate e del clientelismo, due ingredienti che spesso intossicavano il dibattito pubblico impedendo lo sviluppo a pieno regime delle competenze politiche anche nei rapporti con gli Uffici dell’Amministrazione Municipale. Personalmente ritengo fosse una scelta necessaria in una fase come quella, ma fu gestita in modo abborracciato e discutibile, tant’è che molte personalità della società civile furono allontanate e demotivate perchè di non provata fede grillina. Da qui la lunghezza dei tempi e l’insostenibilità di alcune scelte. Un problema che continua a tormentare quel mondo a cinque anni di distanza dai fatti e che poi ha di fatto impedito di qualificare a dovere la lista dei candidati al Consiglio Comunale anche alle amministrative del 26 Maggio. Però al là di tutto una singolare similitudine c’è fra Nogarin e Salvetti”.
‘E cioè?’
“Su alcuni assessorati chiave come l’Urbanistica e il Bilancio una specie di ordalia continua a pendere sulle professionalità di estrazione cittadina che non sono state nuovamente prese in considerazione all’atto delle nomine. L’Urbanistica, in particolare, è probabilmente l’unico settore che grazie al volontariato culturale di molte associazioni territoriali ha conosciuto in questi anni un dibattito di grande interesse. Fossi stato Salvetti avrei proposto una originale rotazione fra stimati professionisti del territorio. Stesso dicasi del Bilancio; abbiamo ragazzi e ragazze in gambissima (come nel settore legale e finanziario) qui a Livorno, che vorrebbero uscire dagli studi professionali per dare una mano al territorio, e al Comune in modo particolare. Speriamo che Salvetti ne tenga conto al momento delle nomine che gli competono in ambito societario e dintorni”.
‘In definitiva, ritieni che Salvetti possa procedere in assoluta sicurezza?’
“Ritengo di si, anche se in questa prima fase preliminare dovrà guardarsi più che altro dai sussulti del suo azionista di maggioranza, cioè il Pd, che di qui a qualche anno sono convinto che diventerà una “cosa” ( o più “cose”) diversa rispetto a quella ereditata da Zingaretti. Per questo ritengo assolutamente prematuro parlare di “modello Livorno”, tanto meno di laboratorio politico nazionale con grandi aperture a “sinistra”(quali?). E’ giusto allora che la Giunta del Sindaco navighi in campo aperto e si faccia giudicare senza sconti, ma in modo civile e corretto, per quello che saprà realisticamente fare o proporre”.
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