In riferimento alle maleodoranze segnalate da vari cittadini in zona Picchianti e altri quartieri Nord della città avvenute nella settimana successiva a quella di Ferragosto, l’Amministrazione comunale ha convocato un tavolo tecnico presso i propri uffici, al quale hanno partecipato i tecnici di ASA, di ARPAT e di ASL.
Ne dà notizia l’assessora all’Ambiente Giovanna Cepparello.
Durante l’incontro Arpat ha descritto le misure effettuate a partire dallo scorso giovedì 22 agosto, che hanno individuato come una delle sorgenti delle maleodoranze il camino della caldaia al servizio dell’impianto di trattamento fanghi ITF in via Soffiatori del Vetro, funzionante a biogas prodotto dai digestori anaerobici.
Le rilevazioni hanno evidenziato che i parametri di combustione non erano quelli ottimali, visto il ridotto rendimento della caldaia per la limitata esigenza termica di riscaldamento dei fanghi a causa delle temperature giornaliere molto elevate del periodo.
La situazione meterologica di alta pressione, poca ventilazione e umidità relativa elevata hanno sicuramente influito sulla modalità di diffusione e sul grado di percezione di tali odori che possono essersi originati anche da altre sorgenti oltre quella riscontrata.
ASA ha evidenziato che la problematica delle emissioni odorigene della depurazione della città di Livorno sia della linea acque presso il Rivellino zona Venezia, sia dell’impianto trattamento fanghi ITF è stata analizzata da tutti gli Enti all’interno del procedimento VIA per il rinnovo dell’autorizzazione dell’impianto di depurazione sin dal 2014 e sono state definiti tutta una serie di interventi impiantistici di mitigazione da effettuarsi nel tempo con una progettazione ed un monitoraggio dei risultati, anche supportati da una sofisticata modellistica diffusionale.
Gli interventi pianificati ed autorizzati sono stati già eseguiti con apprezzabili risultati, tranne l’ultimo già appaltato che consiste proprio nel trattamento di purificazione del biogas prima della sua combustione in caldaia presso ITF. Nel frattempo, il Comune, Arpat e Asl hanno chiesto delle misure provvisorie per il contenimento del fenomeno.
In particolare Asa si attiverà nei prossimi giorni, in attesa della realizzazione del nuovo impianto di purificazione del biogas che avverrà entro due mesi, per valutare la possibilità tecnica della installazione di un impianto mobile in grado di anticipare il trattamento del biogas e per ottimizzare il processo di trattamento dei fanghi, così da limitare le emissioni odorigene per mezzo anche di un frequente e puntale monitoraggio dei valori di rendimento della combustione della caldaia.
L’Amministrazione comunale fa sapere che continuerà a seguire l’evolversi della situazione in modo puntuale in sinergia con gli enti preposti.
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