Al termine del consiglio comunale il sindaco Luca Salvetti ha reso noto il rinnovo del contratto (a tempo indeterminato), a favore di 16 lavoratori Aamps impiegati nell’esercizio dei servizi cimiteriali.
“I servizi cimiteriali sono affidati ad Aamps dall’aprile 2019 in virtù di una internalizzazione” spiega l’assessora al Bilancio Viola Ferroni.
“A questo contratto in house era previsto un periodo di prova e i lavoratori, che prima erano impiegati tramite una cooperativa che aveva vinto un bando, erano stati licenziati in quanto nel passaggio non era stata applicata la clausola sociale. Quindi erano stati assunti da Aamps a tempo determinato con un contratto a tempo coincidente con i 6 mesi di prova che scadevano oggi.
Nel passaggio i lavoratori avevano perso l’anzianità maturata, ma anche parti del contratto integrativo.
La nuova Amministrazione ha fatto uno studio di fattibilità di quello che era il servizio previsto e di quello che era necessario effettivamente dentro il cimitero – aggiunge l’assessora – e quindi abbiamo fatto la nostra parte rivedendo anche il contratto con Aamps, rimodulandolo all’interno, senza un maggiore impegno economico per il Comune, ma con la consapevolezza che c’è bisogno di questo servizio nei cimiteri, e che chi svolge questo lavoro deve essere adeguatamente retribuito. Non vogliamo fare economie sulle spalle dei lavoratori.
E’ un buon principio che vogliamo continuare a portare avanti, non solo in questo settore, ma anche in altri”.
Non tarda ad arrivare una nota del sindacato USB:
Come sindacato USB seguiamo il servizio cimiteriale con continuità da un decennio e con la conquista del contratto a tempo indeterminato in Aamps ci troviamo a fare il punto su un lungo percorso viste anche le scaramucce di queste ore fra vecchia e nuova amministrazione con interventi che a nostro avviso denotano imprecisioni.
Il servizio cimiteriale è sempre stato un servizio dato in appalto esterno dal Comune di Livorno al miglior offerente. Da ormai un decennio questo sistema è andato sempre più deteriorandosi perché le aziende/cooperative che hanno vinto gli ultimi due appalti sono andate in difficoltà finanziaria (non per il cimitero di Livorno ma per problemi di strategia generale, investimenti sbagliati o appalti persi in altre regioni). Alla fine nell’ultimo decennio questo gruppo di lavoratrici e lavoratori (al tempo 19 oggi 16) hanno dovuto subire un fallimento nel 2013 con 3 mensilità non pagate e TFR imboscato, il tutto recuperato dopo più di un anno dal curatore fallimentare. Un problema simile, anche se di entità minore si era ripresentato nel 2018 con i crediti Irpef pagati a gocce, gli stipendi in ritardo e il TFR non ancora riscosso.
Per questo motivo quando a fine 2018 l’amministrazione Nogarin ha deciso che il servizio sarebbe passato ad Aamps abbiamo pensato che fosse una buona idea, il problema semmai è stato il modo e la difficile comunicazione sia con Aamps che con l’amministrazione, fatto che portò ad una protesta in Consiglio Comunale e all’indizione di due giorni di sciopero del servizio cimiteriale. Ci sorprende leggere l’ex assessore Martini che rivendica tutto il percorso svolto dicendo che d’altra parte se uno entra nel pubblico deve fare i concorsi e mettersi alla prova. Nessuno contesta che per entrare nel pubblico servono selezioni e mettersi alla prova (lo sappiamo bene visto che due lavoratori in questo passaggio hanno perso il lavoro), ci dovrebbe però spiegare che nel suo concetto di “normale” ci sia anche che un lavoratore in questo passaggio perda oltre 200 euro di salario col taglio di 6 ore, la perdita degli scatti di anzianità e di un livello. E che vada in un azienda pubblica portandosi dietro un contratto diverso, e più misero, dei colleghi. No, non è regolare. Forse oltre al formalismo della correttezza e dell’onestà che viene sempre sbandierata, dietro c’è stata la volontà di risparmiare o far risparmiare, naturalmente sulle spalle dei lavoratori che dopo 15 anni di servizio si sono ritrovati a 50 anni con un contratto precario e 880 euro in busta paga. Quindi se le intenzioni erano giuste, il risultato lo è stato molto meno anche perché azienda e amministrazione hanno voluto gestire con poca comunicazione un appalto che probabilmente conoscevano poco.
Abbiamo letto anche le parole dell’assessore Ferroni, con cui abbiamo avuto quantomeno un dialogo franco e diretto, che ha fatto comunicazione della stabilizzazione in Consiglio Comunale. Riteniamo legittimo che l’assessore sia soddisfatta del proprio lavoro di mediazione ma dipende dai punti di vista. Noi siamo contenti a metà che è esattamente la cifra di salario che abbiamo lasciato per strada in questi complicati passaggi. Ora ne abbiamo recuperata metà rispetto a quella persa in precedenza ma continuiamo a ritenere che il lavoro non sia adeguatamente retribuito, anche per quanto riguarda il front office che a fronte di un lavoro che non conosce feste e festività (e a volte nemmeno i riposi) rimane sotto una soglia di accettabilità. Senza considerare che rispetto al passato il numero di lavoratori è inferiore così come il loro salario e quindi è impossibile che i costi siano aumentati per Aamps.
Da parte nostra speriamo che con questa stabilizzazione le peripezie contrattuali di questo servizio siano finite e che se anche dovesse cambiare natura ci siano tutte le garanzie ed i riconoscimenti storici verso lavoratori che da 15 anni svolgono un servizio essenziale. Naturalmente sottolineiamo che il doppio regime contrattuale presente in azienda rimane un anomalia e un precedente grave che non può essere sempre e solo addebitato alla situazione di Concordato.
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