“Sappiamo di aver toccato il punto sensibile del Movimento 5 stelle, quel punto che, non si sa come, erano riusciti a far passare come un’operazione qualificante dei loro 5 anni di governo. Il concordato Aamps purtroppo per tutti noi non ha risanato l’azienda, come dimostrano i numeri che abbiamo presentato. Vorrei precisare che quei numeri e quella situazione non li ha tirati fuori Luca Salvetti, ma sono stati presentati in assemblea dall’azienda, davanti al commissario giudiziale (quello che sta seguendo il concordato voluto dal Movimento) e ai sindaci revisori, quelli chiamati e messi a controllare i conti dallo stesso Nogarin, che hanno preso atto del quadro”. Risponde così il sindaco Luca Salvetti alle parole della capogruppo in consiglio comunale Stella Sorgente (M5s), che in una conferenza stampa aveva spiegato il bilancio e la gestione del piano industriale di Aamps portata avanti dall’amministrazione Nogarin.
“A me dispiace che in questa fase Stella Sorgente sia chiamata a difendere questa operazione, e se notate io non l’ho mai citata in questa vicenda; alla conferenza stampa dei 5 stelle avrebbero dovuto esserci l’ex Sindaco Nogarin, l’ex amministratore unico Castelnuovo e l’ex dg dottoressa Petrone. Loro avrebbero dovuto spiegare il motivi di un Piano industriale fantasioso, con 5 progetti non realizzati e gli altri 2 avviati con numeri previsionali completamente sballati a cominciare dal costo del Porta a Porta, che è stato “sbucciato” di 1 milione e 200 mila euro. Loro avrebbero dovuto spiegare i 5 milioni di utile sfumati nel niente. Gli accantonamenti per la chiusura dell’inceneritore (la somma complessiva sarà raggiunta nel 2023, e non nel 2021), sarebbero stati in ogni caso necessari al rinnovo della scadenza autorizzativa, e rappresentano una spesa fisiologica per un’azienda che possiede un impianto vicino alla scadenza. E’ stato un errore non inserirli nel Piano Industriale, e non spiegano né giustificano la sua non redditività.
Sia chiaro, i vertici attuali del movimento fanno bene a provare ad uscire dal vicolo cieco in cui sono stati messi da altri. Non possono però distrarre i cittadini dalla realtà che è venuta fuori dalla semestrale gennaio-giugno 2019 gestita da Nogarin- Castelnuovo-Petrone, una realtà che, come viene scritto bene nei verbali delle loro riunioni, era ben chiara già a fine 2018; tanto da allarmare il commissario Serini e i dirigenti comunali che dovevano gestire il bilancio; tanto che la prima seduta dell’assemblea fu rinviata su richiesta dell’assessore al bilancio Montanelli, mentre alla seduta successiva l’ex sindaco Nogarin addusse improbabili giustificazioni agli utili non fatti, con la ridicola frase “è colpa dei cinesi”, che non comprano i nostri rifiuti. Il Concordato, in poche parole, non si basa su un piano industriale capace di generare utili, ma solo sul fatto che i livornesi hanno pagato i crediti TIA (le vecchie TARI non pagate dai cittadini quando era Aamps a dover riscuotere la tariffa) non riscossi. La società, oggi, costa come prima del concordato. Questo ci dimostra che il cosiddetto ‘buco’ di Aamps era principalmente dovuto al problema dei crediti inesigibili e che il concordato è servito solo all’Amministrazione precedente ad alzare il livello dello scontro. Una rinegoziazione del debito avrebbe ottenuto gli stessi risultati, senza causare tante tensioni, e facendo risparmiare al comune spese procedurali e di consulenza.
Aggiungiamo che la teoria secondo la quale gli utili sarebbero stati anticipati negli anni precedenti tanto da mangiarsi quelli attuali è totalmente infondata. Infatti nel 2017, a fronte di utili attesi per 300.000 € circa, è vero che quelli a bilancio sono di oltre 8mln €, ma i Cinque Stelle si dimenticano di dire che quegli utili derivano dallo stralcio dei crediti del concordato e non dalla gestione ordinaria, che, lo ribadiamo, è il principale tema da affrontare.
Già nel 2018 poi, a fronte di 3mln attesi se ne registrano la metà nel bilancio.
A dimostrazione di tutto ciò vi è il fatto che la cassa prodotta è servita, per fortuna, agli accantonamenti per soddisfare i creditori, ma sono mancate le risorse per gli investimenti e per abbattere i costi di ordinaria gestione. Costi che, lo ricordiamo, sono a carico di tutti i cittadini e che i Cinque Stelle negli atti da loro approvati a fine anno avevano già previsto di aumentare.
Tutto questo per specificare la situazione al 30 giugno e chiudere con il passato. Ora noi vogliamo guardare oltre, superare il concordato e rilanciare l’azienda con un nuovo piano industriale che alleggerisca il peso sui cittadini e riesca a migliorare il servizio”.
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