E’ Paolo Tramezzani il nuovo allenatore del Livorno. In mattinata, a Genova, la dirigenza amaranto ha incontrato Bepi Pillon, poi nel primo pomeriggio ha ricevuto Paolo Tramezzani e la scelta è ricaduta proprio su quest’ultimo. “Ringrazio il presidente Spinelli per aver pensato anche al sottoscritto – riporta Pillon a Pianeta serieB – ma non allenerò il Livorno, anche se i rapporti con loro restano più che buoni. Ho avanzato richieste sia economiche che attinenti a un mio collaboratore tecnico a seguito delle quali la dirigenza livornese ha fatto le sue valutazioni e optato per un’altra soluzione. – conclude Pillon – Hanno scelto Tramezzani, rispetto questa decisione e, ripeto, i rapporti rimarranno ottimi“.
L’ex difensore di Inter, Piacenza e Atalanta ha sottoscritto un accordo fino al 30 giugno 2020, senza opzioni. Tramezzani ha accettato subito di lavorare con Antonio Filippini, vice di Breda il quale ha oggi diretto l’allenamento della squadra.
Quella a Livorno sarà la prima esperienza da allenatore in Italia per Tramezzani, che in carriera è stato vice di Gianni De Biasi alla guida della nazionale dell’Albania dal 2012 al 2016. In seguito ha guidato in Svizzera il Lugano nella stagione 2016/2017, centrando anche la qualificazione alla fase a gironi di Europa League, per poi passare sulla panchina di un’altra squadra svizzera il Sion dopo aver rifiutato la proposta di allenare l’Albania in seguito alle dimissioni di De Biasi. Nella scorsa stagione ha allenato a Cipro l’Apoel Nicosia dal 10 ottobre 2018, prendendo il posto di Bruno Baltazar e guidando il team cipriota alla conquista del titolo nazionale; ad Agosto 2019 c’era poi stata la risoluzione consensuale del contratto. Ora sarà alla guida del Livorno, a caccia di una salvezza oggi distante sette punti in classifica.
Psicologia prima della tattica. Infondere fiducia ai ragazzi: questo è stato il primo obiettivo di Tramezzani. Fino alla fine. Difesa a 3 e pressing indemoniato nella fase di non possesso. Il credo di Tramezzani è una simbiosi tra modulo e atteggiamento. “Possiamo giocare col 3-5-2 o col 3-4-3. L’importante è l’aggressione sulla palla. Non lasciare tempo di pensare. Un esempio che osservo? L’Atletico Madrid, soprattutto quando non ha la palla. E poi mi piace da morire l’Atalanta di Gasperini. E Gattuso: amo gli allenatori che lasciano un segno. Come fa lui”.
Distruggere e costruire, attaccare alti per arrivare più rapidamente in porta. Questo quanto possiamo sperare faccia il Livorno
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