Un clochard polacco di 40 anni è stato ricoverato in ospedale per aver ricevuto in faccia dell’acido intorno alle 21.45 di venerdì 3 gennaio. Da una prima ricostruzione dei fatti sembra che l’uomo stesse discutendo con un transessuale, in piazza Dante a pochi metri dalla Stazione centrale, quando quest’ultimo, avrebbe estratto dalla borsa una boccetta con del liquido corrosivo che gli avrebbe gettato contro il viso. Sul posto sono intervenuti i soccorritori della Svs e gli agenti della polizia allertati da alcuni testimoni. I volontari delle ambulanze si sono presi cura del 40enne, ustionato ad un occhio, e lo hanno trasportato in ospedale. Gli agenti, invece, poco dopo, sono riusciti a rintracciare il presunto aggressore e a portarlo in questura.
Acido in faccia a clochard: fermato l’aggressore
Aggressione con acido alla Stazione nella notte tra venerdì e sabato, l’intervento dell’assessore al Sociale Andrea Raspanti:
“La persona coinvolta nella lite di stanotte alla Stazione era stata contattata poco prima del fatto dagli operatori dell’unità di strada della Caritas, Binario Mobile, che insieme a quella di Arnera opera in convenzione per il Comune di Livorno. L’uomo aveva, per l’ennesima volta, rifiutato di accedere al dormitorio straordinario allestito in occasione del freddo intenso di queste notti in via delle Cateratte. Venuti a conoscenza dell’accaduto, gli operatori si sono recati al Pronto Soccorso per verificare le condizioni di salute dell’uomo, che però si era già allontanato. Questo episodio dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto dura e non di rado brutale sia la vita per chi vive in strada- dichiara l’assessore Raspanti . Le nostre unità di strada, che ringrazio per il grande lavoro svolto in questi giorni e per l’attenzione dimostrata anche in questo caso, nelle prossime ore riprenderanno contatto con la persona in questione, nella speranza che, specie in questo frangente, voglia accettare un posto al caldo dove passare la notte. Purtroppo ci sono, anche ai margini della nostra comunità, persone che rifiutano ogni tentativo di inclusione sociale. È nostro dovere, nel rispetto della loro libertà, fare il possibile per vincere questa loro resistenza, specie quando essa metta a repentaglio la loro o l’altrui sicurezza e incolumità”.
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