Sul progetto di nuovo ospedale a Livorno si sono espressi i consiglieri regionali Monica Pecori (gruppo misto), Andrea Quartini (M5s), Francesco Gazzetti (Pd), Jacopo Alberti (Lega) e Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra).
“La partecipazione sembra non essere di casa né a Livorno, né in Regione – ha esordito Monica Pecori (gruppo misto) – Abbiamo letto nel verbale della Conferenza dei servizi che il progetto ha ottenuto il plauso della popolazione e dei professionisti, in realtà c’è solo il plauso del comitato dei primari”. A suo parere non è stato analizzato in profondità il piano dei fabbisogni, mentre si parla di un modello integrato con i servizi territoriali e le carenze si fanno sentire ad esempio nella riabilitazione. Secondo Pecori dovrebbe essere rivalutato il progetto Mariotti e la consigliera ha ricordato che si interviene in una zona pianeggiante e rischio allagamenti.
“C’è stata presentata una versione edulcorata. Rivendichiamo il fatto che siamo riusciti a scongiurare lo scempio di risorse pubbliche che è il project financing. Adesso parliamo di finanziamenti pubblici in un contesto pubblico, senza privati che ci svenano – ha affermato Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle) – Il protocollo d’intesa per il nuovo ospedale è analogo a quello che Rossi non volle firmare con Nogarin. Un’operazione di marketing elettorale. Ad aprile la stampa annuncia che c’è il nuovo progetto per un ospedale post Covid”. A suo giudizio, non è accettabile che ancora nessuno parli di dibattito pubblico, mentre non c’è una valutazione ambientale strategica. Quartini ha chiesto perché non si recuperi il progetto Mariotti, un ospedale a padiglioni, che può creare disagi, ma che può tornare moderno proprio alla luce del rischio infettivologico. “Ci vorrebbe un po’ più di sobrietà nelle valutazioni – ha concluso – che restino soprattutto estranee alle campagne elettorali”.
“Una straordinaria opportunità. Stiamo parlando della possibilità di dotare Livorno di un nuovo ospedale. Quello attuale è stato inaugurato nel 1931 dal re Vittorio Emanuele terzo e dalla regina Elena – ha sottolineato Francesco Gazzetti (Pd) – Sarà un ospedale che farà tesoro delle buone pratiche che sono state messe in campo per l’emergenza Covid. Non era sostenibile intervenire sul vecchio”. A suo parere il dibattito pubblico è opportuno sull’utilizzazione delle strutture che si libereranno, per un rafforzamento anche della sanità territoriale.
Il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti (Lega) ha ringraziato l’assessore per la comunicazione “È mancata la comunicazione istituzionale – ha affermato – Mi auguro che venga fatto quanto prima un consiglio comunale aperto sul tema”.
“A me pare vero quanto affermato dalla collega Pecori: manca un piano dei fabbisogno sanitari e un piano integrato con i servizi territoriali”, ha detto Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana a Sinistra) che ha aggiunto che per “avere un buon ospedale servirebbe anche il coinvolgimento della popolazione e degli operatori sanitari in un processo partecipativo”. Anche il Consiglio regionale, ha specificato, “sarebbe stato tagliato fuori dalla discussione se non ci fosse stata la richiesta di comunicazione alla Giunta”. Fattori ha sottolineato che “il processo partecipativo avrebbe dovuto accompagnare fin da subito l’iter” e ha chiesto che si recuperi immediatamente questo ritardo, “al cui scopo abbiamo presentato un ordine del giorno”. Rispetto al progetto ha sottolineato che “sembra che si proceda per tentativi e che si abbia l’intenzione di utilizzare la fase elettorale per avanzare delle promesse”. L’ordine del giorno è stato approvato dall’aula, dopo che Fattori ha accettato due proposte di emendamento del gruppo Pd, avanzate dal consigliere Francesco Gazzetti.
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