«Lo Stato ha fatto la sua par te. Le grandi imprese e le multinazionali si assumano le proprie responsabilità»
«Sono passati esattamente due mesi dalla riapertura di bar e ristoranti dopo il lockdown dovuto all’emergenza COVID-19. Ma, evidentemente, oltre 60 giorni non sono bastati per riaprire il bar e la pizzeria all’interno della stazione di Livorno – afferma l’on. Francesco Berti (M5s) – Così i circa 10mila passeggeri medi al giorno che vi transitano non trovano un posto aperto dove prendere un caffè o mangiare qualcosa.
Ho contattato Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), proprietaria dell’immobile, che ha ribadito che la decisione di non riaprire è dei gestori dei locali. Per questo ho provato a contattare telefonicamente, purtroppo senza riuscirci, le società
“Lagardère travel retail” e “Cibiamogroup”. Sorprende che 60 giorni non sianobastati, ad una multinazionale francese che nel 2018 ha fatturato 4,9 miliardi di euro e ad un’azienda italiana con 25 anni di esperienza alle spalle, per riaprire dei locali essenziali non solo per i passeggeri ma anche per chi abita o lavora nei dintorni della stazione. Non vorrei che la decisione di non riaprire fosse dovuta ad una scelta o strategia d’impresa con l’obiettivo di contenere le perdite, scaricando però le pesanti ed inevitabili conseguenze sui lavoratori, lasciati in cassa integrazione, e sui viaggiatori e i cittadini che del servizio non vedono neanche l’ombra.
Il Governo ha fatto la sua parte e ha introdotto, con il “Decreto Rilancio”, il “Bonus Affitto” destinato alle imprese, con ricavi non superiori ai 5 milioni di euro, che hanno subito un calo di fatturato a causa dell’emergenza COVID-19.
Le aziende potranno beneficiare di un credito d’imposta pari al 60% del canone d’affitto per attività commerciali che sarà riconosciuto per i mesi di marzo, aprile e maggio. Per le imprese di commercio al dettaglio con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro il bonus sarà invece del 20%.
Lo Stato ha fatto la sua parte e pretendiamo che soprattutto le grandi imprese e le multinazionali facciano la loro: assumendosi concretamente il rischio di impresa e non scaricando su lavoratori e cittadini le loro responsabilità. La chiusura dei due locali della stazione di Livorno dimostra invece che a pagare sono ancora una volta proprio loro – conclude il deputato pentastellato -».
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