Nei giorni scorsi quattro persone affette da un’insufficienza d’organo ormai in fase terminale hanno avuto una nuova speranza di vita grazie ad un trapianto d’organo in urgenza reso possibile dalla capacità di azione dei professionisti sanitari messi a disposizione dall’ospedale di Livorno e soprattutto dalla generosa disponibilità di una famiglia e che ha saputo trasformare il tragico evento occorso al loro congiunto in un atto di amore senza pari. Il donatore, un giovane uomo, è stato prontamente segnalato dalla Terapia Intensiva livornese diretta da Paolo Roncucci, al coordinamento locale ospedaliero che ha avviato la procedura di valutazione d’idoneità, in sinergia con il centro regionale di riferimento ed il centro nazionale trapianti. Tre sono state le equipe chirurgiche intervenute, provenienti dalle aziende ospedaliere universitarie di Siena e Pisa. Il complesso percorso assistenziale, anche il cuore tra gli organi donati, è stato condiviso con la famiglia del donatore il quale aveva dichiarato in vita la volontà di donare gli organi dopo la morte. “Questi risultati – spiega Elena D’Imporzano, coordinatrice locale per le attività di reperimento dei donatori all’ospedale di Livorno – sono prima di tutto frutto del senso etico dei nostri cittadini e delle loro famiglie. Ritengo doveroso esprimere uno speciale ringraziamento alla famiglia del donatore che ha condiviso questo ambizioso percorso assistenziale contribuendo a restituire una nuova prospettiva di vita a quattro pazienti, per i quali il trapianto rappresentava l’unica opzione terapeutica rimasta. Se da una parte è doveroso fare uno speciale ringraziamento a chi ha voluto e saputo esprimere un così alto senso di solidarietà umana, dall’altra è altrettanto doveroso ricordare il ruolo dei professionisti impegnati nel percorso ed in particolare i medici e gli infermieri della terapia intensiva, del blocco operatorio, della sezione di neurologia e medicina legale, della radiologia e del coordinamento locale ospedaliero, che come sempre hanno dimostrato la loro sensibilità alla terapia trapiantologica, elevate capacità professionali e un livello ottimale di integrazione con i professionisti della rete nazionale trapiantologica”.
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