È durata circa un anno l’indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno, svolta dal Reparto Antifrode ADM di Livorno, dalla Squadra Mobile di Livorno, con la collaborazione dell’Ufficio di Frontiera Marittima della Polizia di Stato, che ha consentito di trarre in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, due torinesi residenti nel capoluogo piemontese, S.M., classe 1971, domiciliato in provincia di Pistoia e M.A., classe 1984, entrambi gravemente indiziati di voler introdurre illecitamente oltre 600 kg. di hashish dalla Spagna.
L’indagine prende le mosse da quanto accaduto l’11 novembre 2019, allorquando era giunta nel porto labronico, proveniente dalla città di Valencia, una motonave che trasportava, tra l’altro, un semirimorchio che, a causa delle pessime condizioni del mare, aveva urtato contro altri rimorchi, con il danneggiamento di parte del suo carico, tra cui 18 fioriere di grandi dimensioni. Dopo l’arrivo della motonave in porto, il personale della compagnia di navigazione richiedeva l’intervento della Polmare, in quanto, durante le operazioni di trasbordo delle fioriere su un altro semirimorchio non danneggiato, erano state notate alcune anomalie.
Dopo un approfondito controllo delle fioriere sono stati sequestrati 850 “panetti” contenenti complessivamente oltre 613 kg. di hashish, abilmente occultati all’interno delle stesse. Grazie alla sinergia operativa tra il Reparto Antifrode ADM di Livorno, la Squadra Mobile e la Polmare è stato possibile individuare il destinatario delle fioriere e la relativa società. Veniva avviata, pertanto, una complessa e articolata attività investigativa, caratterizzata da una stretta collaborazione operativa tra ADM e Squadra Mobile, con utilizzo di banche dati, appostamenti, richieste di informazioni e altri strumenti di indagine.
Emergeva che i predetti “commercianti”, nei giorni appena precedenti a quello dell’imbarco del semirimorchio a Valencia, si trovavano in Spagna, ove si ritiene si siano recati appositamente allo scopo di organizzare il trasporto in Italia delle fioriere “modificate”. Entrambi gli indagati, risultati inseriti in maniera radicata nell’ambiente del narcotraffico e in contatto con narcotrafficanti internazionali, sono stati rintracciati, con l’ausilio delle Squadre Mobili di Torino e Pistoia, nelle loro rispettive abitazioni e all’esito delle perquisizioni, nel corso delle quali sono anche state sequestrate due autovetture ritenute provento dell’attività illecita, sono stati tradotti in carcere.
Anche il Tribunale per il Riesame di Firenze ha confermato il provvedimento del GIP, cosicché gli indagati sono rimasti in carcere. Lo stupefacente avrebbe fruttato una somma, stimata dagli stessi indagati, tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. L’operazione “Broken Planters” è la conferma dell’ottima collaborazione istituzionale e operativa a livello locale.
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