“La Torre della Cigna è libera e questa è una bellissima notizia – si legge in una nota inviata da Leonardo Apolloni (M5s) – soprattutto per le famiglie ed i bambini che in questi anni ci hanno patito dentro. Anche se il Sindaco non ne è consapevole è un successo pure per il M5 stelle, che aveva intuito che il dialogo con il sindacato ASIA, anche attraverso la preziosa mediazione dell’Unione inquilini, era fondamentale per gestire una situazione difficile e ridurre gradualmente il numero di persone presenti nell’immobile. Va dato atto a Giovanni Ceraolo di ASIA di essere stato l’unico ad avere riconosciuto sulla stampa questo fatto.
Da parte dell’Amministrazione comunale invece assistiamo ad una ripetizione dello stesso comportamento adottato per intestarsi la complessa operazione della Chiccaia. E così, nel caso della Cigna, la “bombonieristica narrazione” propinata ai cittadini si presenta come:
– un grande risultato per questa amministrazione perché in soli 20 mesi abbiamo liberato la Torre della Cigna ed il rilascio è stato spontaneo e pacifico
– per legge avremmo dovuto offrire una soluzione temporanea soltanto alle famiglie con bambini, agli anziani e ai disabili, in passato è “quasi sempre” successo così, invece noi abbiamo esteso questo criterio
– questo intervento non ha precedenti in Italia ed è da ritenersi un modello.
Ma ecco un’altra descrizione è possibile.
A luglio 2019 c’erano ancora 110 persone alla Cigna e l’amministrazione attuale chiese un anno di tempo per liberare l’edificio. A dicembre 2019 ce ne erano sempre 110 di persone e fu chiesto ancora un anno di tempo a partire da quel momento.
E’ stata una scelta pragmatica e di buon senso quella della proprietà, che ha preso la decisione di mettere a disposizione 300.000 euro per porre termine ad una situazione di stallo assoluto. Si devono essere fatti due conti, anche perché prima del luglio 2019, avevano visto passare gli occupanti da 250 a 110 e devono essersi detti, qui con questi non ne usciamo più. Allora, se abbassate un po’ il numero, noi vi diamo un aiutino “spontaneo” di 300.000 euro per sistemare queste persone e rientriamo in possesso dell’immobile. E ci mettiamo anche una consegna chiavi in pompa magna.
Va da sé che questi 300000 euro ”spontanei” di un privato possano aver consentito all’assessore Raspanti una maggiore estensione dei beneficiari, oltre ovviamente ad una liberazione spontanea e pacifica.
Tuttavia attenzione, ringraziamenti per tutti, ma non mi pare che sia stata nominata Casalp in questa storia. Sì, perché l’Ufficio casa, che ha fatto ora come in passato un grande lavoro, nulla può se Casalp non gli mette a disposizione gli alloggi. E questo deve essere stato uno dei motivi dello stallo, sbloccato dai 300.000 euro “spontanei” messi a disposizione da Investire Sgr e San Teodoro per ricollocare gli occupanti in edifici non erp in attesa della casa popolare.
Alla luce di ciò, effettivamente può anche essere che questo intervento non abbia precedenti in Italia… e te credo. Per la storia dell’ennesimo modello – mi pare una decina al momento – brevettato da questa amministrazione ne attendiamo la replicazione altrove.
Secondo me fa molto bene l’Assessore Raspanti, a provare a ricordare che “questo progetto non istituisce una corsia preferenziale per l’accesso all’erp”. Non si sa mai.
Com’è noto due descrizioni sono meglio di una.
Vabbè, a questo giro “anche i ricchi…pagano” e come direbbe il Sindaco Salvetti, tutti vissero “felici e … consensi – conclude Apolloni -”.
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