“La risposta sociosanitaria ai reali bisogni del territorio e dei suoi cittadini deve restare pubblica e non può rappresentare un business – si legge in una nota a firma di Monica Cavallini, vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno – Per questo motivo in relazione al progetto illustrato sul Tirreno dal costruttore Massimo Cagliata avente ad oggetto la realizzazione di una casa di riposo all’interno della struttura ex Coca Cola esprimiamo totale contrarietà.
Il progetto, a quanto leggiamo dalle dichiarazioni, verrebbe realizzato perchè “in questo momento l’unica destinazione economicamente vantaggiosa è, appunto, quella della residenza sanitaria assistita”. Tutto ciò è inconcepibile. La libertà di impresa, soprattutto in campo sociosanitario, non può prescindere da un’attenta analisi del fabbisogno del territorio: in questo caso non sembra affatto che una valutazione del genere sia stata effettuata. Il fine dell’operazione è solo economico: nessun interesse per i reali bisogni della cittadinanza e soprattutto dei nostri anziani.
La città non ha inoltre davvero bisogno di una nuova rsa privata. Le cosiddette “quote sanitarie” messe a disposizione per la provincia di Livorno sono già tutte assegnate e sul territorio esistono già rsa pubbliche in grado di assorbire le richieste dei cittadini: l’impegno dev’essere mirato perciò a rafforzare i servizi e le prestazioni messe a disposizione da queste strutture.
Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è legato all’occupazione. Sul nostro territorio scarseggiano purtroppo figure professionali quali infermieri ed operatori sociosanitari: l’incremento di strutture come quella della futura rsa rischia di incrementare le sofferenze che sono emerse anche in questo periodo in merito a tali figure, per cui si chiede di verificare anche la capienza del bacino professionale, prima di dare qualsiasi risposta.
L’incremento di presenza di nuove rsa contrasta con l’idea di una assistenza sociosanitaria sempre più domiciliarizzata e la cui importanza è stata invece dimostrata dalla pandemia: è fondamentale che il cittadino riesca cioè a trovare risposte di assistenza sociosanitaria sempre più all’interno della propria abitazione. Anche il territorio livornese deve insomma mirare a una sempre più marcata domiciliarizzazione delle cure.
Auspichiamo pertanto – conclude la nota – che l’investimento economicamente vantaggioso venga girato su opportunità diverse da quelle espresse ad oggi, magari su segmenti che davvero possono essere business legato anche al progetto degli Uffizi del Mare”.
Lascia un commento