Sulla questione del referendum cittadino per spengere l’inceneritore che sta clamorosamente spaccando in due la città, intervistiamo l’ingegner Nicola Suggi, tecnico ambientale e nostro collaboratore. Nicola sta operando da molti anni nel settore del trattamento dei rifiuti urbani ad alti livelli ed è quindi un autorevole riferimento per capire le dinamiche di questo referendum:
Nicola, che idea hai della questione?
- Intanto devo correggerti perché non è solo un Referendum per spengere esclusivamente l’inceneritore ma è soprattutto un referendum per chiedere la costruzione di impianti non alternativi ma che più si avvicinano a poter trattare e dare valore alla maggior parte dei rifiuti urbani senza incenerimento, ti ringrazio per l’autorevole, anche se io mi definisco più “barelliere”, spesso infatti mi affidano incarichi su realtà che hanno bisogno di “cure urgenti” e poi mi piace stare in mezzo alle persone e ai macchinari. Nello specifico della questione, lavorando fuori Livorno oramai da quasi due anni non seguo molto le dinamiche cittadine, mi giunge diciamo qualche eco dalla città.
Cosa ne pensi della creazione del comitato referendario e perché i progetti proposti dal comitato non sono totalmente alternativi all’inceneritore?
- Ad oggi purtroppo stante la tipicità dei prodotti immessi sul mercato e i conseguenti rifiuti che ne derivano non esistono tecnologie veramente alternative alle attuali forme di incenerimento o pirogassificazione ed alla discarica ma esistono tecnologie che possono dare valore ad oltre l’80% dei rifiuti urbani raccolti. Esiste poi una questione di ricettività dei mercati e relative normative rispetto ai materiali reimmessi sul mercato dopo il trattamento ma la direzione giusta è stata intrapresa e i produttori stanno cominciando ad immettere finalmente sul mercato imballaggi e prodotti sempre più riciclabili. Tra 10-15 anni lo scenario del trattamento dei rifiuti richiederà sempre più impianti che riciclano, riutilizzano e che creano oggetti dai rifiuti. E’ bene infatti ricordare che oggi quasi il 60% dei rifiuti urbani raccolti trova una difficilissima ricollocazione nella filiera del riciclo anche per mancanza di impianti che lo valorizzano e spesso purtroppo deve essere eliminato. Riguardo al comitato referendario, a prescindere dalla tematica trattata, mi convince molto l’idea che i cittadini possano esprimersi su temi importanti per la loro quotidianità, perché è vero che siamo in una democrazia rappresentativa ma un input diretto dei cittadini ogni tanto serve ed ha un significato potente.
Non mi hai risposto sull’idea che ti sei fatto della questione con particolare riferimento alla strana nascita di un comitato del no al referendum e al silenzio di alcuni gruppi ambientalisti e politici, allora?
- Chiarisco subito una cosa, io faccio il tecnico ed anche se talvolta opero vicino a qualche forza politica lo faccio sempre come tecnico, quindi non intendo scendere su alcun ring politico, mi limito ad affermare che, certamente qualcuno, assistendo a quello che sta succedendo in città, sicuramente imprevedibile nelle premesse, sta sorridendo sotto i baffi, tirando un bel sospiro di sollievo ed ha già pronta la bottiglia di spumante.
In che senso?
- Nel senso che lo spumante è meglio dello champagne.
Ho capito ti vuoi tenere fuori dalla diatriba. Allora ti faccio una domanda tecnica, ma del progetto presentato dal Comitato come alternativa all’inceneritore cosa ne pensi?
- Ti ripeto che non è una alternativa, è però un impianto che certamente guarda al futuro e riduce ai minimi termini la quantità di rifiuti non riusabili e non riciclabili che poi vanno inceneriti o gettati in discarica. Conoscendo molto bene come si trattano e valorizzano certe tipologie di rifiuti ho osservato con attenzione il possibile layout impiantistico proposto dal comitato, devo dire che sono stati bravi a mettere insieme il tutto e anche con una certa logica.
Quindi immaginiamo che approvi il progetto proposto.
- Io non ho la facoltà da approvare niente, magari, conosco molto bene le dinamiche che ruotano attorno al trattamento dei rifiuti sia a livello nazionale che anche a livello regionale, in Toscana per esempio, finché non si deciderà di mettere nero su bianco un vero piano regionale per il trattamento dei rifiuti saremo sempre in balia delle varie tifoserie che sponsorizzano un territorio piuttosto che un altro o penalizzano un territorio piuttosto che un altro, dipende sempre dai punti di vista dell’uno e dell’altro, poi la Toscana è terra di campanili e c’è chi il campanile ce l’ha più grande e chi più piccolo quindi figuriamoci. Il progetto proposto è semplicemente un insieme di tecnologie conosciute collaudate e performanti che non utilizzano alcun tipo di incenerimento e che messe assieme garantiscono il trattamento e la valorizzazione di molteplici tipologie di rifiuti urbani, certamente se c’è l’intenzione di ridurre al minimo i rifiuti da incenerire o da mandare in discarica queste sono le tecnologie oggi disponibili e che creano tra l’altro molti posti di lavoro, per una amministrazione che dichiara apertamente di voler spengere l’inceneritore un pensierino veloce per un impianto del genere lo farei a prescindere anche perché si inserirebbe molto bene in un auspicabile piano d’ambito ben fatto, se poi è anche coadiuvato dalla volontà popolare tanto meglio.
Ho saputo che il 25 e il 27 maggio condurrai due trasmissioni a tema su Telecentro2, chi intendete invitare?
- Stiamo sentendo alcune persone in questi giorni ma non ti posso anticipare niente.
Mi togli una curiosità ma gli inceneritori inquinano o no?
- Mi stavo chiedendo come mai gli inceneritori di nuova generazione hanno dei camini altissimi, qualcuno ci fa anche delle piste da sci tanto sono alti, devo proprio informarmi su questa cosa.
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