Procedure più snelle, attività di controllo rafforzate, Piano Organico Porti aggiornato, nuovi modelli formativi ed organizzativi in base alle trasformazioni in atto. Sono queste le sfide che il Tavolo per il Patto del Lavoro ha chiesto all’Autorità di Sistema Portuale, e al Comune di mettere al centro dell’agenda.
Svoltasi a Palazzo Rosciano il Tavolo ha visto i rappresentanti delle varie associazioni di categoria fare il punto della situazione sul futuro del lavoro, sia portuale che della logistica integrata, e sulle criticità di una crisi, quella pandemica, che non ha ancora esaurito la propria forza.
Riflettori puntati ad esempio sul traffico dell’automotive e sulla crisi dei chip e della componentistica che ha portato a drastici tagli alla produzione da parte dei più importanti gruppi del settore, e che potrebbe avere un impatto negativo anche sui traffici dello scalo livornese.
Preoccupazioni, inoltre, sono state espresse per le dinamiche commerciali in atto e per un ambito competitivo caratterizzato sempre più marcatamente da processi di integrazione verticale e di concentrazione. Fenomeni, questi, stanno progressivamente spostando i margini di profitto sul mare, erodendo quelli sul lato terra, imponendo talvolta alle imprese una flessibilità operativa che nei casi più negativi si traduce nella ingiustificabile pretesa di piegare la legge ad eccessi che debordano dal proprio limite.
Di fronte a questa situazione – sullo sfondo, anche, le perplessità per la piega che a livello nazionale stanno prendendo determinate discussioni sul tema dell’autoproduzione – è stato ribadito dai componenti del Tavolo la necessità di proseguire, con maggiore convinzione rispetto al passato, sul sentiero del confronto costruttivo e della piena sinergia che istituzioni ed operatori devono poter mettere in campo. Sia con l’obiettivo di risolvere le criticità immediate sia con quello di garantire al porto di Livorno di arrivare vivo al traguardo della Darsena Europa, infrastruttura chiave per lo sviluppo dello scalo che, obbligatoriamente, chiamerà l’AdSP e la comunità portiale a ridefinire gli spazi operativi del porto e le sue attitudini.
I sindacati, in particolare, hanno chiesto risposte sociali che si traducano da parte di chi è chiamato a regolamentare la vita operativa in porto nella definizione di politiche strategiche che vadano oltre le mere buone intenzioni.
Da più parti è stato comunque sottolineato il cambio di passo del Governo Guerrieri-Paroli sui temi del lavoro portuale, ma non solo. E’ stato d’altronde il presidente Luciano Guerrieri a rivendicare quanto fatto nel corso di questi mesi. L’approvazione del Documento di Pianificazione Energetica ed Ambientale; il via libera al regolamento per la messa in funzione dello Sportello Unico Amministrativo; l’approvazione del piano di intervento formativo portuale 2021-2023; l’imminente firma di un nuovo protocollo regionale in tema di sicurezza e il via libera al bando per la realizzazione delle opere marittime e di difesa della Darsena Europa, sono tra i risultati che il n.1 dell’AdSP ha rimarcato di aver raggiunto da quando è alla guida di Palazzo Rosciano.
Il prossimo obiettivo dichiarato sarà quello di aggiornare quanto prima il Piano Organico Porti, documento strategico di ricognizione con validità triennale e revisione annuale previsto dalla riforma Delrio, che consente all’AdSP di fotografare la situazione occupazionale in porto e di definire i livelli dei fabbisogni occupazionali tenendo conto delle dinamiche commerciali in atto e delle contingenze. Sono temi che verranno affrontati e sviluppati nei consessi istituzionali previsti dalla legge, a partire dalle commissioni consultive.
Tutte le sfide raccolte dal Tavolo si declinano comunque nella necessità di affiancare alla parola “Sostenibilità”, oggi cavallo di battaglia del Ministro Giovannini, l’aggettivo “Sociale” e definire nuovi modelli di sviluppo occupazionale anche sulla scorta del processo di innovazione tecnologica in atto.
Non è un caso che l’assessora comunale al porto, Barbara Bonciani, abbia più volte messo l’accento su questo tema durante il suo intervento: “Abbiamo istituito il tavolo del lavoro in pieno periodo Covid, anche sulla base delle sollecitazioni pervenuteci dal mondo sindacale e datoriale. Siamo arrivati a sottoscrivere il patto per il lavoro tutti assieme, con senso di responsabilità, ognuno per le proprie competenze, in un momento in cui la crisi pandemica aveva segnato in maniera profonda le nostra comunità” ha detto.
“Questo Tavolo – ha aggiunto – vuole essere uno strumento operativo di dialogo sociale attraverso il quale fare comunità, attraverso cui superare la prospettiva di una dialettica che, specie a Livorno, è spesso stata declinata in modo conflittuale, guardando al futuro del lavoro e alla governabilità dei processi. Dobbiamo andare avanti insieme per interpretare i segnali di cambiamento in atto e per tutelare il lavoro e la continuità imprenditoriale”.
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